PANNELLA GUIDA LA CARICA ALLA CONSULTA
Dopo la bocciatura del ricorso contro la legge sul finanziamento ai partiti, presentata in Procura una denuncia contro la Corte Costituzionale: "Tradito il voto referendario".
Di A. Can.
ROMA - La Consulta boccia il referendum sul finanziamento dei partiti e i Riformatori denunciano la Consulta. Per cosa? Per "attentato ai diritti politici dei cittadini e alla costituzione dello Stato". Così si legge nella denuncia presentata ieri mattina da alcuni dei promotori del referendum del '93 alla procura della Repubblica di Roma. Tra quanti ieri puntavano l'indice contro la decisione della Consulta spicca il nome di Vincenzo Caianello, che della Corte costituzionale è stato presidente. "Chi è il garante dei risultati referendari?", si chiede. "Questa volta - dice Caianello, sottolineando anche le responsabilità del Parlamento - c'è stato un fatto nuovo ed eclatante: la palese violazione della volontà referendaria. Se in futuro, il giorno dopo un referendum il legislatore fa una legge che vanifica il risultato referendario, chi potrà garantire il rispetto del voto popolare?". Il sospetto verso la Consulta è forte. Marco Taradash è il più eslicito: "Con la decisione di non entrare neppure nel merito
della nuova legge sul finanziamento pubblico e con l''ostracismo opposto al comitato referendario - accusa Taradash - la Corte si rivela ancora una volta ancella del sistema dei partiti, e chiude con la sua decisione il capitolo della restaurazione partitocratica". Bandiera bianca? Macché, "proporremo un altro referendum". Stesso concetto, ma toni più pacati, per l'economista di Forza Italia Antonio Martino, che dai microfoni di Radio Radicale avanza "il sospetto" che la decisione della Consulta si stata ispirata da "ragioni di opportunità politica". "Interdetto, perplesso e angosciato" Mario Segni, che della prima ondata riformatrice fu l'anima. "Non è possibile - dice Segni, che in questi giorni continua a raccogliere le firme per la Costituente - che il popolo sovrano possa essere preso in giro e la sua volontà stracciata. Qui rischiamo non solo di calpestare la democrazia referendaria, ma alcuni fondamenti della democrazia stessa". E così, mentre anche l'ex 'delfino' di Craxi Martelli oggi parteciperà i
nsieme a Pannella, Negri, Parenti, Marconi e Frattini alla manifestazione romana in sostegno dei referendum, spicca in queste ore il silenzio dei leader. Quelli del centrodestra li bacchetta (anzi, li bastona) Pannella: "Se Bossi tradì l'alleanza con il Polo per non tradire il proprio elettorato, voi, che avete approvato la legge sul finanziamento pubblico dei partiti, state tradendo il vostro per consociarvi al potere". A quelli del polo opposto pensa invece Achille Occhetto: ha taciuto finora apparendo "in imbarazzo", "ma se la Corte dichiarasse ammissibili i referendum per l'eliminazione della quota proporzionale, ritengo giusto che la Sinistra si pronunci per il sì".