GOLDEN SHARE: CLUB PANNELLA, E' UN GRANDE PROBLEMA
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, coordinatore Comitato Promotore Referendum per l'abolizione della golden share.
Il presidente della Stet ha ribadito oggi alle competenti commissioni della Camera che quello della golden share è "un falso problema". Come sempre nella tradizione italiana "il problema è un altro": con questa giustificazione i conservatori italiani, nelle istituzioni, nella società e nell'economia, hanno bloccato qualsiasi processo di riforma e di ammodernamento.
La golden share non è affatto "un falso problema", semplicemente non è "l'unico problema". Infatti, sulla via tutta in salita delle privatizzazioni italiane gli ostacoli sono molti: in particolare ciò che intralcia, fino a precluderlo nei fatti, la via ad una seria ipotesi di dismissioni è la contemporanea presenza di Antitrust, Authority, scelta del nocciolo duro, limite al possesso azionario e, appunto, golden share. Come è possibile considerare positivamente un processo di privatizzazione che nasce sotto questa rete di vincoli? Quale fiducia nel mercato dimostra questa sovrapposizione di condizioni e di contraddizioni normative?
La golden share, comunque, è un grande problema, non solo perché conferma nella forma e nella sostanza la volontà dei partiti, attraverso il Governo, di mantenere presidi di gestione e controllo nelle società cedute dallo Stato ai privati, ma anche e soprattutto perché tra poche settimane gli elettori italiani potranno decidere, con un referendum, di cancellarla. E a quel punto sarà chiaro che quale modello di privatizzazioni sia quello preferito dagli italiani: con o senza "trucco".
Quanto alla accoglienza positiva dei mercati all'introduzione della golden share nella Stet di cui ha parlato Guido Rossi, egli sa meglio di noi che la questione va posta in altri termini. E cioè: cosa sarebbe successo ai titoli Stet dopo l'annuncio di una cessione senza golden share? Cioè con la possibilità per gli operatori nazionali e internazionali di concorrere al controllo della società grazie ad operazioni di mercato, anziché con la contrattazione politica?