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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 4 aprile 1997
Da "IL TEMPO" del 4 aprile1997, pag.8

REFERENDUM, SI' AD ANDREOTTI PER SLITTAMENTO IN AUTUNNO

Il Senato boccia l'anticipo, Pannella infuriato: meglio Craxi

ROMAE a sorpresa torna Giulio Andreotti. Torna da protagonista del presente, non solo del passato. E torna su un tema delicato: la data per il voto sui referendum. Al Senato era u una giornata cruciale. Per prima cosa, viene bocciata una mozione di 81 senatori, tra cui Andreotti, che chiedeva di anticipare il voto referendario al 15 maggio, in modo da evitare la scadenza di giugno, cui pochi parteciperebbero perché praticamente estiva. Smaltita la delusione iniziale, però, Andreotti escogita un colpo da maestro: presenta un ordine del giorno con il quale chiede una legge che consenta di votare in autunno. La proposta viene accolta. Ma suscita un putiferio di polemiche. Un giudizio su tutti è quello di Marco Pannella: "Non c'è da stupirsi, Andreotti è sempre Andreotti". Lui, Giulio, giustifica il tutto spiegando che uno slittamento sarebbe necessario per evitare pericolose sovrapposizioni con la Bicamerale. Perciò, nel suo vittorioso ordine del giorno, argomenta: "Il Senato, considerando che sembra opportuno

non far comunque coincidere la giornata referendaria con la fase conclusiva del lavoro della Bicamerale sulla riforma della Costituzione, invita il Governo, previo consultazione con i Comitati per i referendum, a promuovere le opportune modifiche legislative perché la data sia fissata in una domenica della stagione autunnale". Il polo è arrabbiato, i pannelliani di più. Invece a sinistra si fa festa, perché in genere più lontani sono i referendum meglio è per le forze governative. Ma son proprio quelli che stanno in mezzo tra Polo ed Ulivo, ossia i pattisti di Mariotto Segni, a prendersela. Secondo Diego masi, ad esempio, il voto sull'ordine del giorno Andreotti " è stato vergognoso". Più composti i toni dell'opposizione. Il capigruppo dei forzisti in senato, Enrico La Loggia, si schiera senza riserve contro il voto di Palazzo Madama: "Anche il premier albanese Fino è più attendibile di Prodi". A sorpresa uno dei principali sostenitori dei referendum, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni

, è possibilista sulla soluzione Andreotti: "Potrebbe essere accettabile". Per l'Ulivo, Leopoldo Elia è invece raggiante: "Non ci siamo fatti suggestionare da Pannella a dalle sue pretese". E il Governo? Fa un po' il pesce in barile. Il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, sostiene che il Governo sarebbe stato scorretto "sai formalmente che sostanzialmente". Un po' di confusione, però, c'è. E resta. In mattinata, incontrando Pannella, Prodi aveva detto che a decidere la data sarebbe stato il Parlamento. In serata il capogruppo pidiessino Salvi non ci sta: "La data deve deciderla il governo, non noi". A fine giornata Pannella è sconsolato: "Dopo una mattinata parlamentare e governativa di questo tipo, mi sento davvero di poter affermare che era meglio Craxi e il Parlamento che sosteneva Craxi". Insomma quando si voterà? L'unica cosa certa è che il voto non verrà anticipato. Probabile che si vada comunque alle urne il 15 giugno, perché la semplice approvazione dell'ordine del giorno Andreotti, se non supp

ortata da una nuova legge, sarebbe vana. Resta per Giulio la solita vittoria di immagine.

VALERIO FREZZA

 
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