Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 16 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 4 aprile 1997
Da "Il Giornale" del 4 aprile 1997 - pag. 8

PERCHE' VANNO DIFESI I REFERENDUM

VOGLIONO IMPEDIRE IL DIRITTO DI VOTO

di Iuri Maria Prado

Lo sapevamo, purtroppo: il Senato non ha accolto la mozione con cui si chiedeva di votare per i referendum del Polo e dei Riformatori con anticipo rispetto alla data balneare del 15 giugno annunciata dal governo. Il quale, mentre ieri dichiarava di voler assumere una posizione "neutrale" - rimettendosi dunque alla decisione dell'assemblea - qualche ora dopo sbrigliava invece il ministro degli Interni, il "galantuomo" Napolitano, e lo mandava a difendere a spada tratta la propria "scientifica" decisione di far votare in una data sufficientemente "sicura": vale a dire quando sarà improbabile che i cittadini - perché impossibilitati o dissuasi - partecipino in numero sufficiente perché la proposta di referendum sia approvata. Questa la "neutralità" del governo, e questo il peso da darsi ai suoi impegni, di cui si fa un baffo un'ora dopo che li ha presi.

Pure, sarebbe stato possibile far sfogare senza effetto la querela napolitana se i parlamentari - come scrivevamo ieri - avessero deciso di rappresentare la Nazione e i cittadini, e la loro possibilità di voto, anziché il dominante interesse conservatore e antipopolare. "Possibilità" di voto, diciamo, e nemmeno "diritto", perché qui si vuole impedire materialmente e di fatto l'espressione del voto per i referendum. I quali, ora, potrebbero essere addirittura rimandati in autunno, con l'unico scopo di permettere al Parlamento di pasticciare le leggi e di apprestarle in modo tale da sottrarre al legislatore popolare (sei tu che mi leggi) la facoltà di intervenire direttamente e con atto proprio nella determinazione dell'indirizzo politico e normativo dello Stato.

E da oggi, dunque, cambia davvero e definitivamente la funzione del referendum. al valore di questo istituto non bisogna guardare più considerandone semplicemente la capacità specifica, di volta in volta, caso per caso, di abrogare una certa legge che i cittadini ritengono ingiusta.

Oggi il referendum è inibito, vietato per il solo fatto che diffonde nel popolo una possibilità di governo, e proprio in questo senso va dunque difeso, a prescindere dal contenuto del quesito, a prescindere dal fatto che si sia favorevoli o contrari a questa o quella proposta di referendum. Voler votare per i referendum, oggi, non significa essere "per" o "contro" gli incarichi extragiudiziari dei magistrati, per o contro il libero accesso dei cacciatori nei fondi, per o contro la soppressione di un ministero: significa, ormai, essere "per" il diritto di voto e "contro" il complesso di poteri (fatto di giornalismo di regime, di giurisprudenza di regime, di parlamentarismo e sindacalismo di regime) schierato a attivo nel conculcare in ogni modo quel diritto.

Solo quelli che ne fanno parte, solo quelli che traggono utilità, sostengono oggi che il nostro non è un regime profondamente antidemocratico. E guarda caso sono tutti antireferendari.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail