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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 4 aprile 1997
Da "L'Opinione" del 4 aprile 1997 - pag. 1

STET, UNA SPADA DI DAMOCLE DETTA GOLDEN SHARE

Di Silvia Cerioli

Guardare il mondo dall'alto dei vertici Stet non è gratificante come molti potrebbero credere. Oltre ai dissensi interni all'Ulivo che, quasi ogni giorno, si riflettono sulla sede di Corso Italia, ora Guido Rossi e Tomaso Tommasi di Vignano hanno altri motivi per impensierirsi. Mentre attendono che la sinistra decida sulla questione dell'authority delle tlc, presidente e amministratore delegato della società devono affrontare a breve termine due problemi di non poco conto. Il primo è il nuovo organico da definire, conseguenza dell'incorporazione della Telecom nella Stet e, quindi, della sovrapposizione di manager e dirigenti. Il secondo è il rapporto con gli oppositori, politici e non, dei progetti ulivisti circa la fusione e la golden share: infatti, a differenza di quanto pensava agli inizi lo stesso Rossi, i Riformatori non sono innocui guasconi che ululano alla luna. Lo scontro sulle poltrone da occupare conta almeno quanto la normativa sulle telecomunicazioni che destra e sinistra cercano di elaborare a

l riparo delle bordate della sinistra pidiessina e di Rifondazione, se non di più. L'annuncio, smentito per motivi di opportunità, che trecento manager se ne dovranno andare non deve stupire: l'intento lottizzatorio all'interno di Superstet è evidente fin dallo scorso novembre, quando si cominciò a parlare di ricambio ai piani alti dell'impresa. Non si tratta di esuberi: la Stet non ha mai perseguito gli eccessi della Rai, dove ci sono più generali che soldati semplici. Lo stesso vale anche per il personale che però non rischia nulla, poiché Cgil, Cisl e Uil hanno già raggiunto sul punto un'intesa di massima con Palazzo Chigi. Il governo si è impegnato a concordare con il sindacato una procedura di confronto sulle principali decisioni aziendali. Significa consentire a Coffereati e a i suoi fratelli di inserirsi in ogni piega dell'azienda. E' il management , quindi, che ha tutte le ragioni per preoccuparsi. Del resto, l'offensiva sui posti da assegnare è già in atto. Alleanza nazionale ha intenzione di osserv

are al microscopio le prossime mosse dei vertici. Domenico Gramazio, deputato di An, ha annunciato "chilate di interrogazioni. Se c'è una cosa che Rossi e il cda dell'azienda non vogliono spiegare è il futuro di questa grande realtà che, al momento, rimane nel buio più assoluto. Un buon modo, a loro avviso, di poter manovrare al meglio. Ecco perché è necessario tenere alta l'attenzione sulla vicenda". L'altro problema è rappresentato dai Riformatori che, con i loro esposti contro la Stet presentati a Roma e a Torino e l'impugnativa delle delibere dell'ultima assemblea, hanno cominciato a dar fastidio. In fondo, qualche magistrato non proprio di regime c'è sempre e potrebbe aprire un imbarazzante fascicolo sulle scelte dell'esecutivo. Poi, il referendum sulla golden share, che sia rimandato a ottobre o meno, è comunque una bella spada di Damocle. Per giunta, il quesito mira alla cancellazione di ogni potere speciale del Tesoro sulle aziende da privatizzare, quindi, risulta difficile, in caso di vittoria del "

si", cambiare le scelte degli elettori con una legge di comodo. Inoltre, il gruppo di pressione, formato da professori universitari, economisti e politici, che il movimento radicale vorrebbe mettere in campo contro la cosiddetta "azione d'oro", rischia di veicolare molti consensi.

 
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