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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 5 aprile 1997
Da" LA SICILIA" del 31 gennaio 1997, pag. 3

PANNELLA:SARA' RESISTENZA

L'ira dei riformatori

ROMA - "Dei fuorilegge che hanno dimostrato di rappresentare l'estrema apologia della negazione della legge". Marco Pannella non ha aspettato neanche un'ora per esprimere il suo disappunto nei confronti della Corte Costituzionale, che ieri ha bocciato dodici dei diciotto referendum da lui promossi. Si dichiara pronto ad "armare un'offensiva non violenza e controviolenza" per sbarazzarsi, "in nome e con l'uso della legge"; dei fuorilegge "che occupano il potere in Italia". E dà appuntamento al "popolo dei certificati bruciati" per domenica prossima a Roma. In una concitata conferenza stampa, convocata appena un'ora dopo la comunicazione della sentenza della Consulta sui referendum, Pannella e il Comitato promotore dei riformatori anno criticato la decisone di ammettere solo 11 referendum (di cui 6 da loro promossi), su trenta presentati. "I compagni di merende e di regime - ha esordito il leader di riformatori - hanno perso l'anima e la faccia. Pacciani fa meno male del Paese". Pannella parla "di tradimento d

el diritto", di "una classe dirigente senza faccia e senza anima" e non esita a definire la Corte Costituzionale un organo "fuorilegge", che agisce contro la Costituzione e la legalità repubblicana e che "attenta in maniera flagrante, ma ancora impuniti diritti fondamentali dei cittadini e degli elettori". "Una banda di usurpatori, capeggiati dall'usurpatore Scalfaro". Ma avverte: "Se pensano di averci abbattuto si sbaglino, siamo ancora in piedi. Arriverà invece - aggiunge il leader dei riformatori - la loro ora e vedremo se sapranno sopravvivere": Pannella è pronto a dare il via alla controffensiva contro chi "pensa di aver salvato la partitocrazia ed eliminato l'ingombro". La parola d'ordine dei riformatori sarà: "Ora e sempre resistenza". Secondo Pannella, "L'Italia è sotto l'egida dei fuorilegge, il fascismo aveva una legalità, le nostre istituzioni no". Ora dipenderà dai cittadini di questo Paese "sapere se vogliono che i propri diritti e la propria libertà trionfino su coloro che hanno così creduto di

infliggere il colpo mortale al movimento referendario dei democratici italiani e alla stessa democrazia".

PAOLO D'ERAMO

 
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