ALLE URNE FRA IL 15 APRILE E IL 15 GIUGNO.
Di R. I.
ROMA - Potrebbero essere solo quattro i quesiti referendari su cui gli italiani saranno chiamati ad esprimersi tra il 15 aprile e il 15 giugno. Degli undici referendum dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale, infatti, sette potrebbero essere "assorbiti" se, in tempo utile, arriveranno in porto alcuni provvedimenti già in itinere in Parlamento. Per decidere sui trenta referendum la Consulta è rimasta in Camera di Consiglio cento ore. Ha cominciato l'esame delle varie questioni l'8 gennaio scorso e, salvo le pause nei fine settimana, i 13 giudici, sotto la presidenza di Renato Granata, hanno trascorso in conclave 17 giorni. E' la più lunga riunione che la storia della Consulta ricordi e ha trovato il suo motivo sia nel numero dei quesiti proposti, sia nella complessità e diversità delle domande. Per quanto riguarda i 18 referendum proposti da Pannella, la Consulta ne ha ammessi sei. Dei 12 referendum richiesti da sette regioni italiane, gli ammessi sono stati cinque. Le motivazioni con cui la Corte d
ovrà spiegare le ragioni per le quali ha accolto o respinto i referendum saranno depositate in Cancelleria fra qualche giorno, comunque prima del 10 febbraio, termine imposto dalla legge. Su alcuni quesiti, come quello sulla legge elettorale, i giudici già si erano pronunciati. Ciò avvenne nel 1991 quando la Consulta bocciò il quesito. I giudici spiegarono che la richiesta di tali referendum era inammissibile in quanto la disciplina che risultava dall'eventuale "si" dell'elettorato non era applicabile se non a seguito di un intervento del legislatore per ridefinire i collegi uninominali.