PANNELLA: ERA MEGLIO IL FASCISMO
ATTACCA "L'USURPATORE" SCALFARO E DEFINISCE LA CORTE "UNA BANDA DI FUORILEGGE"
Il leader dei Riformatori annuncia una nuova ventina di referendum (gli undici bocciati, quello sul finanziamento pubblico e altri allo studio)
Di Roberto Zuccolini
ROMA - Dovrebbe essere il giorno della sconfitta più bruciante. Ma Marco Pannella non ha l'aria del perdente. Si aggira, combattivo, nel Transatlantico dopo essersela presa un po' con tutti. Dice che la lotta andrà avanti. Anzi, diventerà sempre più dura: "Ora e sempre resistenza". Si riparte con altri referendum, a partire da quello contro il finanziamento dei partiti. In un'infuocata conferenza stampa, chiama Scalfaro "usurpatore" e ribattezza la Corte costituzionale "banda di fuorilegge". E' solo l'inizio: poche ore più tardi, nella maratona oratoria di via del Corso, alza ancora il tiro: "Era meglio il fascismo". Ed anche Pacciani. Sì, perché secondo il leader radicale, i giudici sono "compagni di merenda" peggiori del sospetto mostro di Firenze. Ma come: non ha perso per strada, Pannella, la maggior parte dei suoi referendum, quelli più importanti? "La sconfitta - risponde - è tutta loro. Ora dovranno spiegare ai cittadini perché hanno bruciato dodici milioni di firme. Noi andremo avanti per la nostra s
trada". E Scalfaro, di cui fu tra i grandi elettori? "Sì, lo ho appoggiato per l'elezione al Colle e lo rifarei: era pur sempre meglio di Craxi, Forlani e Andreotti. Poi però è finito nelle mani del Maligno, è diventato un indemoniato del potere. Se fossi un credente chiamerei l'esorcista". E dopo le 14 si allontana da Montecitorio a braccetto con Marco Taradash, vecchio compagno di lotta passato nelle file di Forza Italia. Appuntamento per le 16 a Largo dei Lombardi dove l'aspetta la maratona oratoria. A quell'ora, però, Pannella non c'è. Marco giungerà alle 17. In attesa i suoi, una cinquantina di fedelissimi (tra i quali anche dirigenti storici del vecchio partito radicale come Sergio Stanzani, Gianfranco Spadaccia e Angiolo Bandinelli) si sbizzarriscono con i cartelli. Ci sono due avvocati che a mo' di uominisandwiches protestano contro l'annullamento del referendum sul Consiglio superiore della magistratura. E c'è Mafaldina, che si dichiara "militante radicale doc" dal '76: ha un elmetto in testa con il
simbolo nazista per somigliare - afferma - "ad un membro della Corte costituzionale". Intorno, nei capannelli dei fedelissimi, già si parla della manifestazione che domenica prossima concluderà la maratona oratoria: tutti in corteo da via del Corso al teatro Adriano. Ad attendere il leader c'è anche il segretario tesoriere dei Club Pannella, Paolo Vigevano, con la figlia Timea in bracco: "E' vero, non c'è mai stata tanta attenzione come ora alle nostre battaglie". Più visibilità? "C'è indubbiamente una crescita del nostro movimento . Ed ora, dopo quello che è successo, siamo pronti a tutto. Vi ricordate quando Cicciomessere interruppe il Tg condotto do Angela Buttiglione? E quando, nel '78, riuscimmo a mandare in tilt il centralino della Rai con le telefonate dei cittadini?". Insomma, come ai vecchi tempi. La chiamano "controffensiva". Alle 17,45 arriva Pannella. Ed è di nuovo un diluvio di accuse contro la Corte costituzionale, composta "da falsi cattolici e falsi comunisti". Ma non solo. Ce n'è abbastanza
anche per il leader di Rifondazione Fausto Bertinotti definito "stalinista che continua a scagliarsi contro i liberali"" Si riparla di "plotone di esecuzione", di "tradimento della patria" e si chiede "un pezzo di pane per fare i partigiani" contro "la prepotenza dei fuorilegge". Ad un certo punto arriva una "riabilitazione" per Pietro Pacciani: "Fa meno male lui all'Italia di questi giudici e di questi presidenti della Repubblica". Infine la promessa politica: "Ripresenteremo i dodici referendum bocciati dalla Consulta aggiungendo quello sul finanziamento pubblico ed altri che stanno già in cantiere". In tutto venti. Insomma, si ricomincia. E già questa mattina, sulla scalinata di trinità dei Monti, ci sarà una "sfilata di moda referendaria. Vestiti a lutto".