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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 5 aprile 1997
Dal "Corriere della Sera" del 31 gennaio del 1997 - pag. 3

MARCO IL VAMPIRO RISORGE PER UN'ALTRA BATTAGLIA

Di Francesco Merlo

ROMA - Muore e rimuore senza mai morire, perché c'è sempre una Corte costituzionale che lo riporta in vita, una Corte che versa il suo contributo di sangue al vampiro Pannella, al "mai morto". Già nel 1974 Francesco De Gregori, che allora voleva più bene a lui che alla Storia, gli dedicò una canzone innamorata (a Marco, con autonomia dice l'orgoglioso sottotitolo): "E qualcuno ha giurato che fosse morto lì / però non era vero./ E qualcuno ha sognato che fosse morto lì". Da quarantotto ore Marco Pannella erra per Roma, apparentemente a casaccio, vivo com'era vivo ai tempi della battaglia sul divorzio, ha passato la notte scrivendo e stampando un giornale di quattro pagine "il plotone di esecuzione ha sparato a mitraglia", "i compagni di merende del regime hanno perso la faccia e l'anima", sono metafore da marciapiede, paroloni caricati a salve. Ogni tanto si stende su una panca e si addormenta, beato dolore che guida al sonno per sfinimento!, ma passano pochi minuti e il monaco si sveglia con la febbre, e cor

re al Largo dei Lombardi, via del Corso, centro di Roma "che è come Belgrado: qui e lì le corti anticostituzionali seguono il potere dove si sposta, e garantiscono l'antilibertà". Poi dice: "Chi tra noi e loro, abbia vinto e abbia perso, lo vedremo presto". Sono trentacinque anni che Pannella si sveglia con la febbre e "con un canestro di parole nuove", da partitocrazia ad ammucchiata da transnazionale a sfascismo . "Io anche a letto faccio comizi, l'amplesso una volta non veniva chiamato "congresso"?". A volte il suo linguaggio complesso si fa complicato, e magari il significato si perde per strada, musica senza parole , come nella maratona oratoria dell'esaltato pannelliano Mariano Giustino che dal 5 ottobre ha parlato per dieci ore al giorno "contro i traditori della legge", anche quando non passava neanche un cane e Giustino spiegava "il diritto alla vita e la vita del diritto" a un taxi giallo, fermo e vuoto, come fermo e vuoto sembrava ormai il suo Pannella e il pannellismo, fatto fuori da Berlusconi e

da se stesso. E invece no. Eccolo rinato, "liberala, libertario e liberista". Lo stridore dei referendum pizzicati dalla Corte si trasforma in ondulazioni pastose di vita, la bocciatura è un carosello di offese prevedibili, di nuovo quel chiasso vago e vagamente irritante dei radicali diventa un canto di dolore collettivo, perciò "adesso anche quando piove / lo vedi sempre con la testa al sole". Lo diedero per morto ai tempi di Cicciolina quando arrivò a dire: "Siamo due personaggi eccentrici, sospettati di mercificare, più o meno provocatoriamente, il corpo o i sentimenti". Poi morì per mano di Toni Negri. Ed è stato ucciso da Almirante e da Berlinguer, poi da Craxi e ultimamente da Berlusconi, e si è pure suicidato almeno dieci volte, ha chiuso e ha riaperto partiti, ha perduto per strada gli allievi e gli amici migliori, da Mellini a Spadaccia, da Rutelli a Giovani Negri a Massimo Teodori, tutti a rimpiangere il Pannella che fu, tutti a piangere il morto per potersi rifare una vita. In piena Tangentopoli

si mise ad organizzare e difendere i parlamentari corrotti e inquisiti, e per i referendum è davvero arrivato a un passo dalla fine vera, quella fisica, sommando allo sciopero della fame quello della sete, ma poi la Tv entrò nella clinica dove si stava spegnendo, la sua faccia, diventata scarna e sofferente, commosse gli stessi italiani che tante volte aveva già irritato: "Sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria come tutti gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo ebreo, mezzo fascista, un liberal borghese esibizionista, un nonviolento imponente, faccio politica sui marciapiedi". Non ha un posto in Parlamento, non ha mai avuto un incarico istituzionale, salvo quello di presidente della circoscrizione di Ostia, eppure pochi sanno che Marco Pannella, investito da un incarico ufficiale, diventa formale e formalista sino all'ingenuità. Quando, vicepresidente della commissione parlamentare europea, doveva partecipare, in una capitale africana, alla

cerimonia di ratifica del trattato tra la Comunità europea e la Acp (AfricaCaraibiPacifico), Pannella seppe all'ultimo momento che era previsto l'abito scuro che non aveva. In preda al panico mandò questo strano messaggio: "Da protocollo a protocollo si informa che Marco Pannella verrà in bianco". Ma in Italia nessuno gli ha mai chiesto l'abito scuro, Marco Pannella non è mai stato vincolato a un protocollo, nessuno lo ha mai voluto ministro o presidente di qualcosa. E' tenuto sul marciapiede, ed è qui che muore e che rinasce, con i suoi ragazzi esaltati sempre uguali e sempre nuovi, Benedetto Della Vedova e Carmelo Palma, il trista e permaloso tesoriere Danilo Quinto, il generoso Paolo Pietrosanti, che è un nonvedente al quale Pannella presta pure gli occhi, il piccolo ed elegante Stefano Palumbo, la pasdaran storica Rita Bernardini, i bravissimi cronisti di Radio Radicale, da Laura Cesaretti a Roberto Iezzi al direttore Massimo Bordin Tutti insieme sono una macchina che raccoglie danaro, spremono pure le

pietre, hanno messo in piedi un telemarketing con 25 linee, (75000 telefonate in sei mesi che hanno fruttato 3 miliardi e 800 milioni), poi c'è il finanziamento pubblico, ancora un miliardo e 300 milioni lo avranno, per volontà del giudice, da Berlusconi E alla Corte costituzionale devono ancora una vita, la prossima, sono già tornati a raccogliere firme e soldi, la Corte regala loro un'altra avventura politica, non stanno né con Prodi né con Berlusconi e si sono già gettati a capofitto in nuove strambe commedie, gridano, cantando a squarciagola, scalmanati, esagerati e sovraeccitati, guidati da una volontà di ferro e da una passione senza confronti, perché Pannella padre e professore, insegnerà loro a danzare sulla corda tesa "con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole". E naturalmente un'altra morte politica è stata definita in anticipo, attende Pannella all'ora fissata e nel luogo fissato. Ma state sicuri che non ci sarà, c'è sempre una Corte che all'ultimo momento lo riporterà in vi

ta tirandolo per i capelli bianchi.

 
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