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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 7 aprile 1997
Da "La Stampa" del 24 gennaio 1997 - pag. 8

PANNELLA SI SCOPRE RICCO, NON SOLO DI IDEE.

I PROVENTI DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO USATI PER UNA NUOVA RAFFICA DI REFERENDUM.

PRESTO UN INCONTRO CON IL MILIARDARIO AMERICANO SOROS.

Di Filippo Ceccarelli

ROMA - Miracolo all'Ergife. Perciò al Consiglio generale del Movimento dei Club Pannella , si scopre che i radicali sono davvero ricchi grazie a quella tradizionale povertà che gli ha fatto scoprire la tecnopolitica. Nell'albergone politico della capitale Marco Pannella è apparso come minimo tonificato dall'"inciucio" che gli restituisce un ruolo certo. Una volta in sala, curiosamente arredata secondo un complesso sistema di tavoli a spirale, ha preso visione del prodigio finanziario da un mucchietto di fogli da cui che in appena sei mesi i suoi hanno rastrellato circa tre miliardi e mezzo di lire. Oltre due miliardi rispondono alla voce "telefonate"; il resto ha a che fare con le altre campagne del partito, della lista e dei vari movimenti satelliti. A questi tre miliardi e mezzo, dunque, se ne possono aggiungere altrettanti che sono quelli del finanziamento pubblico 1996 che Pannella, inizialmente, aveva addirittura pensato di bruciare (e che con qualche simbolica rilevanza, invece, finiranno probabilmente

a sostenere una seconda scarica di referendum). E comunque fanno già sei e rotti, anzi quasi sette. Ai quali va addizionata la quota di un miliardo e ottocento milioni che Berlusconi s'è impegnato a pagare per cinque anni. "E guai se ritarda - puntualizza Pannella - perché oltre agli interessi gli mettiamo sul conto anche i danni". In tutto, insomma sono nove miliardi. Ma siccome, ogni tanto, anche per i radicali esiste una qualche fortuna, o Provvidenza, buona stella, virtù, o che altro, ecco, proprio in questi giorni s'è saputo che i pannelliani del gruppo "Non c'è pace senza giustizia", che da anni si battono per la costituzione del Tribunale contro i crimini di guerra, sono riusciti ad agganciare il miliardario George Soros. Il quale, "liberal in limousine", miscela umana di relazioni e filosofia, speculazioni e filantropia, s'è impegnato a finanziare per il 40 per cento la convenzione costitutiva del Tribunale, appunto , che con 110 delegazioni si terrà in Italia nel1998. Emma Bonino l'ha già incontrat

o. Pannella si riserva (facendo un po' il superiore). I "pannellologi" più o meno accreditati si chiedono cosa potrà venire fuori da un incontro ravvicinato del terzo tipo tra il leader radicale e l'uomo che in pochi istanti, nel 1992, giocando sulla sterlina, riuscì a guadagnare un miliardo di dollari. E tuttavia, a parte Soros, i referendum, "l'inciucio", la censura e quant'altro la politica e cultura radicale da sempre implicano nel panorama italiano e mondiale, l'indubbio successo di economia domestica è in ogni caso un dato che fa riflettere, una specie di lezione impartita perfino cono una certa umiltà. Nel momento, cioè in cui tutti i partiti, con tanto di bliz notturno, hanno ripristinato il finanziamento pubblico regalandosi pure un extra per il 1996, i pannelliani seguitano a dimostrare che con la fantasia si può fare a meno dei quattrini pubblici. E che proprio questa mancanza, a volte, può mettere in moto sorprese e novità. "In termini di autofinanziamento, si legge nel trasparentissimo bilancio,

i risultati ottenuti sono superiori a tutte le altre nostre campagne di sottoscrizione", rivelandosi quest'ultima "la più importante di tutta la storia radicale". Per chi conosce un po' tale storia e la tradizione di estenuanti questue prolungate e vissute all'interno come fatidica risorsa di sopravvivenza ancora più sorprendenti dei tre miliardi sono però i mezzi con cui sono stati raccolti. Un vero e proprio capovolgimento teorico e organizzativo il cui merito è ascritto al tesoriere del pr Danilo Quinto, un pugliese di poche parole. "Disorganizzatevi" era il romantico invito rivolto da Pannella ai militanti radicali alla metà degli Anni Settanta. Oggi, al contrario, in appena sei mesi sono stati portati a casa più di due miliardi (e un numero enorme di preziosissime informazioni) ricorrendo non solo ad una delle più complesse e calibrate tecniche promozionali, il telemarketing (50 mila contatti). Ma addirittura affidando quest'ultimo a un centinaio di nonradicali: studenti universitari per lo più di sini

stra assunti a contratto (costo dell'operazione 361 milioni) e utilizzati secondo turnover. Per mesi hanno vissuto, attaccati al telefono, nello stanzone del partito. "Mercenari!" li salutava con affettuoso scherno Pannellone. Alla fine alcuni di loro, pare, sono diventati radicali. Gli altri, invece, sono da considerarsi come i primi militanti senza volto, senza tessera e senza cuore della politica italiana che cambia.

 
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