I REFERENDUM IN 2400 ORE. ANCHE L'EX MINISTRO MARTINO ALLA MARATONA ORATORIA
Pannella contro tutti
Di Andrea Cangini
ROMA Far politica non dà più emozioni? Falso: se ieri aveste visto il viso della giovane Alessandra, militante 'di cuore' dei club Pannella, quando le hanno detto che un industriale di Treviso aveva stanziato 15 milioni per la sua lotta referendaria... Le lacrime agli occhi per la gioia, il sorriso inchiodato sul volto, saltava e batteva le mani da sola tant'era felice. Beh, e un po' questa l'immagine che segna il centesimo giorno della maratona oratoria di Pannella e amici. E quella di ieri sembrava una festa della diversità: 100 giorni, 2400 ore di comizio continuo (quando ormai i comizi non usano più), un fiume di parole (quando ormai governano le immagini), un attacco continuo ai partiti (quando tutti cercano di rianimarli tenendoli attaccati alla macchina del finanziamento pubblico). Onore al merito, certo, ma la diversità, evidentemente non paga: né in termini elettorali (i riformatori sono fuori dal parlamento), né in termini economici (avevano bisogno di 7 miliardi per difendere i referendum, hanno
ottenuto fino ad oggi 300 milioni). L'eroe di ieri e stato un contadino di Livorno, Tonio Pignatelli, che ha versato 200 mila lire. E' stato il primo del pomeriggio, e siccome si celebrava un po' un evento (i 100 giorni) e i nomi dei sottoscrittori erano sparati nell'etere dalle onde di Radio Radicale, solo ieri sono stati raccolti più di 20 milioni. Un record, un segno: dove non possono il senso civico e l'impegno politico, può il bisogno di protagonismo. Ma le parole di Antonio Martino, ex ministro di Berlusconi, che ieri si e alternato con Basini (An), Taradash (Fi), Stanzani e con Claudio Martelli sempre più desideroso di tornare alla politica attiva sul palchetto dei riformatori in mezzo a via del Corso, avevano un sapore amaro. Marlino ha ricordato Nenni ("la nostra e una democrazia senza popolo") e si e detto incline al pessimismo. E' stato uno dei 13 (su quasi mille parlamentari che ha votato contro la restaurazione del finanziamento dei partiti. Ma 13 non sono nulla, e per questo che oggi spinge i
referendum, e per questo che, dice, "e il momento della speranza e della lotta". E, di citazione in citazione, non poteva mancare Churchill: "La democrazia non e un valore acquisito per sempre", ha declamato Basini, un elegante signore che, a scanso di equivoci, ha ricordato la sua vera professione (astrofisico) e la scarsa familiarità col Palazzo. Poi tanti e continui riferimenti a Belgrado, dove in difesa di un risultato elettorale la folla ha manifestato con vivacità, quasi a stabilire un parallelo con la situazione politicoistituzionale italiana. Che Pannella, al ventiseiesimo giorno di digiuno contro il nuovo finanziamento pubblico ai partiti, con la solita foga, legge così: "A Belgrado la gente non avrebbe permesso che una banda formata da 7 membri della Corte costituzionale cancellasse la democrazia bocciando i referendum... persino durante il fascismo c'era più libertà". E giù critiche a tutti, Scalfaro, Berlusconi, D'Alema, i mezzi di informazione... "Il Polo ci ha coglionato", urlava con la fronte
imperlata di sudore. Taradash e d'accordo? "Beh, in effetti si e un po' perduto il legame con le opinioni che ci portarono al successo".