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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 9 aprile 1997
Da "IL TEMPO" del 14 gennaio 1997

LA MANNAIA DELLA CONSULTA SUI REFERENDUM

I fulmini di Pannella: in sette annullano il diritto al voto degli italiani

Dei trenta quesiti in esame, ne sarebbero ammessi tra i cinque e gli otto. Falcidiati soprattutto quelli del Polo sul federalismo

ROMA Il prolungarsi dei lavori della camera di consiglio della Corte Costituzionale (fino alla fine della settimana o addirittura ai primi giorni di quella successiva) vanno alimentando assieme a qualche indiscrezione - l' idea che dei 30 referendum sottoposti al vaglio della Consulta ne possano uscire indenni solo tra i 5 e gli 8. Una ecatombe, insomma, di cui sorprendentemente le vittime maggiori sarebbero le Regioni guidate dal Polo, che avevano avanzato richieste di soppressione di alcuni ministeri e di alcuni istituti, in modo da far passare nei fatti un decentramento in senso federalista delle competenze statali. A bloccare il cammino dei quesiti referendari stavolta, non ci sarebbero soltanto considerazioni giuridiche "classiche" c'è da sottolineare per esempio che i quesiti sulla modifica del sistema elettorale sono stati affidati, come relatore, a Francesco Cuizzi, che già bocciò nella stessa veste gli stessi referendum presentati la scorsa volta sempre da Marco Pannella ma l'introduzione, inatt

esa, di un paio di novità metodologiche, destinate a sconvolgere proprio l'istituto del referendum . E infatti, ai criteri adottati fino a ieri per bocciare i referendum (omogeneità dei quesiti e della normativa di risulta o vuoto legislativo provocato dalla abrogazione di una legge), i giudici della Corte avrebbero aggiunto l'introduzione di altre due cause, e cioè: il veto ai cosiddetti referendum manipolativi (si tratta in pratica di quei quesiti in cui si prende una legge e si tagliano parole o frasi, mutandone profondamente il senso) e quello per i referendum che determinerebbero un vuoto legislativo "delle leggi costituzionalmente obbligatorie". Specie quest'ultima decisione che prevede il veto ai referendum su leggi attuative della carta fa rischiare di fatto la fine proprio dell'istituto referendario. C'è anzi un qualche allarme tra i difensori giuridici dei referendum. E Pannella va già oltre, nella protesta, osservando che "se il gran consiglio del fascismo governava al di la degli interessi del

partito, qui sette persone (la meta dei membri della corte costituzionale; ndr) possono annullare quello che abbiamo conquistato nella resistenza con il sangue: il diritto di votare". Fatto sta che se davvero queste sono le intenzioni della Corte, non solo sarà difficile varare nuovi referendum, ma per l'appunto dei 30 in esame ne passerebbero solo mezza dozzina o giù di lì. Secondo le indiscrezioni, quelli che dovrebbero superare l'esame sarebbero quelli sulla caccia, sulla Golden Share (privatizzazioni) e sull'ordine dei Giornalisti, nonché sull'abolizione del ministero dell'Agricoltura. Sugli altri legge elettorale, elezione dei giudici al Csm, ritenute fiscali per i lavoratori dipendenti calerebbe il sipario. A questo punto, per sempre.

 
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