PANNELLA AVVISA LA CORTE COSTITUZONALE: ATTENTI A NON CANCELLARE I REFERENDUM
ROMA. "Il Gran Consiglio del Fascismo governava al di là degli interessi del partito. Qui, sette persone (la metà dei membri della Corte Costituzionale; ndr) possono annullare quello che abbiamo conquistato nella Resistenza con il sangue: il diritto di votare". Non si risparmia Marco Pannella nel 2mettre in guardia" sul possibile esito in parte negativo che potrebbe uscire dal palazzo della Consulta, dove si discute l'ammissibilità dei 18 referendum proposti dai riformatori dei club Pannella e dei 12 di origine regionale. "Il nostro paese - rincara la dose il leader storico radicale - è più avvilito della ex Jugoslavia. Se al Corte Costituzionale avesse fatto a Belgrado quello che ha fatto a Roma, ammettendo la legge sul finanziamento pubblico ai partiti e cancellando la volontà popolare già espressa con il referendum, sarebbe sceso in piazza almeno mezzo milione di persone. Ora i giudici della Corte sono di fronte alla scelta fra onorare se stessi e il diritto, sorprendendo l'Italia, o mettere una firma da
gangster sul bottino democratico dei referendum". Intanto, è stato depositato ieri mattina presso il Tribunale di Milano ad opera dei riformatori Lorenzo Strick Lievers, Lucio Bertè e Matteo Teardo un esposto denuncia in merito alla recente approvazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti "in palese spregio della volontà popolare espressa nel referendum che il Movimento dei club PannellaRiformatori ha promosso nel'93 (vittoria al 90,3 pc)". Nella denuncia si chiede se siano ravvisabili i reati di attentato ai diritti politici dei cittadini (art. 294 c.p.) e di attentato contro la Costituzione dello Stato (art. 283 c.p.).