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Partito Radicale Rinascimento - 9 aprile 1997
Da "La Repubblica" del 9 aprile 1997 - pag. 15

GIUSTIZIA, IN CAMPO IL CSM

Intervento "d'urgenza" dopo il progetto Boato. Il parlamento europeo vota per la separazione delle carriere.

Relazione alle Camere: ecco la riforma che vogliamo.

di Giovanni Maria Bellu

ROMA Il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di intervenire nel dibattito sul progetto presentato da Marco Boato alla commissione Bicamerale. Un gesto forte: il Csm in pratica si autopropone come interlocutore del Parlamento nel dibattito sulla riforma della Costituzione. Per farlo ha deciso di utilizzare la relazione che ogni anno viene inviata alle Camere. Normalmente questo documento, nel quale vengono esaminati problemi di politica giudiziaria (l'ultimo era dedicato al giudice unico) viene presentato nel mese di luglio. Quest'anno l'elaborazione sarà anticipata: comincerà nei prossimi giorni, e il testo potrebbe essere pronto entro aprile.

Anche lo strumento scelto per formalizzare la decisione ne conferma l'eccezionalità: la proposta di anticipare la relazione annuale sarà infatti presentata sulla base dell'articolo del regolamento interno che consente di inserire una pratica urgente nel programma dei lavori. Tale è per il Csm il proprio parere su una proposta di riforma che modificherebbe in modo radicale la stessa natura del Consiglio superiore: sia per quanto riguarda il rapporto numerico tra i "membri togati" (cioè i giudici eletti al Csm dai loro colleghi) e "membri laici" (designati dal Parlamento), sia per il potere di fissare l'ordine del giorno: attualmente è affidato al Consiglio nel suo insieme, come organo collegiale, secondo la proposta Boato dovrebbe essere attribuito al capo dello Stato. Il fronte della battaglia sulla riforma della giustizia si è intanto esteso. Ieri il parlamento europeo, che discuteva dello stato dei diritti umani nell'Unione, su proposta della verde tedesca Claudia Roth ha approvato una risoluzione che chie

de "la separazione delle carriere di magistrato inquirente e di magistrato giudicante al fine di garantire un processo equo". Inoltre respinge "ogni compressione del diritto della difesa", l'uso della carcerazione preventiva "come strumento per estorcere confessioni o peggio delazioni" ed esorta gli Stati membri dell'Ue a prevedere la responsabilità civile dei magistrati "nei casi di colpa grave o di dolo". La risoluzione, oltre che da Forza Italia, è stata votata anche dal Pds. L'ipotesi d'un intervento del Csm nel dibattito sulla riforma della Giustizia è stata avanzata "in un'ottica di fattiva e leale collaborazione tra le istituzioni". Ma difficilmente la formula garbata e rassicurante scelta dalla "commissione riforma" del Consiglio superiore basterà a evitare polemiche. D'altra parte, appena poche righe dopo, lo stesso documento entra già nel merito del dibattito in corso. "E' auspicio comune si legge che le riforme da realizzare siano orientate a potenziare l'indipendenza della magistratura e le gar

anzie del sistema, rafforzando nel contempo l'efficienza del sistema giustizia". Non dovrebbero esserci dubbi sull'approvazione della proposta da parte del plenum: tutte le componenti togate sono d'accordo. Per venerdì prossimo è prevista l'audizione alla Bicamerale del vicepresidente del Csm Carlo Federico Grosso. La forma scelta per la sua convocazione ha creato qualche problema: Grosso non è stato chiamato per illustrare la posizione dell'organo che presiede (al quale infatti nessuno ha chiesto un parere) ma la propria. E' vero che il vicepresidente ha in questi giorni raccolto suggerimenti e opinioni dei consiglieri, ma davanti ai parlamentari non dovrà comunque parlare a nome dell'organo che presiede.

Ma se, come pare certo, la decisione di ieri sarà formalizzata dal plenum, venerdì Grosso potrà preannunciare ai membri della Bicamerale l'arrivo di un parere ufficiale del Csm sulla riforma della giustizia. E sarà difficile non tenerne conto.

 
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