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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 9 aprile 1997
Da "La Repubblica" del 9 aprile 1997 - pag. 15

DISTRIBUITA AI COMMISSARI LA PETIZIONE DI TORINO. AYALA, VICE DI FLICK, BOCCIA LA PROPOSTA BOATO SUL CSM: NON VA TOCCATO

ROMA - Riunione proficua del comitato garanzie della Bicamerale, con un sostanziale accordo sull'unità funzionale della giurisdizione, ma con un piccolo giallo. I commissari si sono visti, infatti, distribuire dai commessi una copia del documento contro la bozza Boato sottoscritto da ben 183 magistrati torinesi. "Un fatto di pessimo gusto", commenta alla fine della riunione Tiziana Parenti. Un errore tecnico si affretta a spiegare il relatore Marco Boato: quelle fotocopie erano destinate alle caselle della posta dei commissari.

Pietro Folena preferisce gettare acqua sul fuoco e dice che l'episodio non ha avuto alcuna eco in comitato. Il responsabile della giustizia del Pds però precisa che "il Parlamento non si deve sentire in nessun modo condizionato dal fatto che legittimamente c'è chi ritiene di esprimere le proprie opinioni". E ricorda che i rappresentanti del Csm e dei magistrati saranno ascoltati dalla Bicamerale venerdì.

Il risultato positivo sulla giurisdizione non frena le polemiche. Ieri il relatore Marco Boato ha voluto precisare che "non sono i giudici quelli che criticano il lavoro della Bicamerale; non possono essere chiamati giudici pm come Borrelli e D'Ambrosio". Per Boato "sono alcuni pm che si scatenano a priori". Una polemica che dura da giorni, ma a cui ieri, a sorpresa, si è aggiunta la voce di Giuseppe Ayala. Il sottosegretario alla Giustizia, mentre il ministro Giovanni Maria Flick dice che sulla giustizia e la Bicamerale "è inopportuno" parlare, prende posizione e si schiera contro le ipotesi di modifica della composizione del Csm e la separazione delle carriere. Secondo Ayala "è assurdo pensare di poter cambiare l'attuale composizione del Csm, pareggiare le presenze tra gli eletti del Parlamento e della magistratura". Per il sottosegretario, poi, "non va cambiato ma semmai ridefinito il duplice ruolo dei magistrati, quello inquisitorio e quello giudicante, non con una divisione delle carriere ma con una a

ssegnazione specifica dei ruoli".

 
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