PANNELLA ATTACCA COSSIGA E LA COSTITUENTE
"GUERRA A CHI VUOLE IL RILANCIO PARTITOCRATICO"
ROMA - La Corte Costituzionale ha concluso un'altra settimana di riunioni in Camera di Consiglio per il giudizio di ammissibilità dei 18 referendum proposti dai Riformatori di Pannella e dei 12 promossi dalle Regioni. Ma già Marco Pannella promette battaglia. In caso di bocciatura - ha annunciato - il Movimento dei Club ricorrerà "ad ogni iniziativa possibile, da quelle penali a quelle civili, alla sollevazione del conflitto di poteri tra i Comitati promotori e la stessa Corte, alla richiesta di giustizia anche sul piano internazionale". Secondo Pannella esisterebbe "un gioco scoperto" per "sottrarre ai cittadini uno dei loro fondamentali diritti: quello al voto sui referendum". L'esistenza di questa "congiura" - afferma il leader dei Riformatori - sarebbe dimostrata dal fatto che le dichiarazioni dell'ex presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, il quale ha recentemente affermato che le scelte della Consulta sono politiche, "non hanno trovato spazio" sulla stampa.
Marco Pannella ha anche annunciato, nel corso dei lavori del Consiglio generale del Movimento dei Club in corso a Roma, una decisa iniziativa contro la proposta di Assemblea costituente. "Saremo gli antiCobac - ha detto - dobbiamo far comprendere al Paese che l'Assemblea rappresenta la garanzia del rilancio partitocratico, anche attraverso il nuovo ricorso al sistema di voto proporzionale". Per Pannella infatti "i partitocrati già tifano per il fallimento della Bicamerale e puntano tutto su questa eccellente ciambella di salvataggio. Contro questo - ha aggiunto - contro i riconoscimenti liberali e Francesco Cossiga, che nella sua vita ha fatto strage di diritto non solo liberale, ci schiereremo con decisione".
Per quanto riguarda infine l'esame dei referendum in corso da parte dei giudici della Corte costituzionale, si è saputo solo ieri che è terminata la discussione delle consultazioni popolari proposte dalle Regioni e di una decina di quelle proposte dalle Regioni e di una decina di quelle proposte dai riformatori. Tra queste le due per l'abolizione della quota proporzionale del 25 per cento nell'elezione della Camera, del Senato (l'orientamento di maggioranza sarebbe di mantenere la linea adottata nel '95, cioè di dichiararli inammissibili) e il referendum con il quale si propone di abrogare proporzionale (al fine di introdurre il maggioritario) per l'elezione dei componenti del Csm. Anche in questo caso prevarrebbe l'orientamento per l'inammissibilità. Entro la settimana definitiva.