Dal "Corriere della Sera" del 23 gennaio 1997
CON SCOGNAMIGLIO, COSTA E FORSE DI PIETRO: VENGANO CON ME, HO GIA' SEDI E ORGANIZZAZIONE
SEGNI E COSSIGA, UN PARTITO CONTRO L'INCIUCIO.
Di F. Sa
ROMA Quando si dice il destino: ex democristiani, sassaresi e anche imparentati, Mario Segni e Francesco Cossiga potrebbero tornare a militare in uno stesso partito. Non più la vecchia Dc. Ma una formazione "liberaldemocratica". Un partito nuovo di zecca. "Dalla battaglia sulle istituzioni può nascere un nuovo movimento politico", dice Mario Segni in una conferenza stampa convocata ieri proprio assieme all'ex presidente della repubblica. Ufficialmente per rilanciare l'iniziativa dei Cobac e l'assemblea costituente. Con loro c'è naturalmente anche Carlo Scognamiglio, ex presidente del Senato, esponente "critico" di Forza Italia. Uno scoppiettante Cossiga apre di fronte a una selva di microfoni e telecamere chiedendo: "Dov'è il Tg3?". Silenzio. "Bene, salutatemi l'Annunziata". Poi tocca a Marcello Sorgi: "Sapete la differenza che passa tra il Tgl e la Gazzetta Ufficiale? La Gazzetta Ufficiale pecca di troppa fantasia". Fine dello spot. "In Italia rileva l'ex capo dello Stato - non è presente un'area liberald
emocratica che raggruppi forze laiche e cristiane". E siamo al secondo attacco. Riservato al "leader aziendale" Silvio Berlusconi. Ormai un bersaglio fisso dell'ex picconatore: "Si è messo d'accordo con D'Alema sul nulla. La Bicamerale parte per decisione del Pds e adesione di Forza Italia". Gli fa eco uno sconsolato Carlo Scognamiglio: "Le discussioni preliminari non riguardano problemi di diritti, ma di potere".
Già, ma chi guiderà il nuovo partito? Sicuramente Mariotto Segni. Forse Scognamiglio. E Cossiga? Lui, si schermisce e la butta sul vago: "Lo chiedete a uno di 68 anni?". Né si riesce a sapere qualcosa di certo su Antonio Di Pietro. Ci sarà anche Tonino nel nuovo partito? "Non lo so risponde rammaricato Segni posso sperarlo". "Io invece lo sento spesso, anche poco fa confessa l'ex capo dello Stato ma non abbiamo parlato di adesioni". Chi sta invece per dire "si" è Raffaele Costa, leader dell'Unione di Centro. Puntuale arriva il commento di Marco Pannella: "Cossiga e Segni vogliono fondare un partito antiinciucio? Ciascuno si diverte come può... Ma che lo fanno a fare un partito così? Ci sono già io: ho le sedi, l'organizzazione, le persone. Insomma, sono attrezzato da anni...". Ma il leader radicale di questi tempi è attento soprattutto all'esito della partita dei referendum sui quali la Corte Costituzionale sta per formulare. Il giudizio di ammissibilità. E giudica un'eventuale bocciatura un'azione gol
pista "degna di un drappello di colonnelli greci". "Se anche uno solo dei 18 referendum promossi dai Riformatori non sarà ammesso dalla Consulta - annuncia i club Pannella avranno una reazione senza precedenti. Dopo anni di saggezza e rassegnazione reagiremo a questo come ad un gravissimo attentato alla Costituzione".