Sono contento che a Milano ci sia una scuola stirneriana di qualità, e mi auguro che la scuola montessoriana si sviluppi, contro il mondo cattolico e quello laico-burocratico.Insieme a Visalberghi, Borghi, ed altri pedagogisti laici-socialisti degli anni '50, ho discusso di libertà nella scuola pubblica, cercando anche di fare qualcosa per liberare la scuola pubblica del pernicioso predominio clericale che la devastava.
La scuola pubblica è stata mandata alla malora da ministri, per mezzo secolo, cattolici, arrivati a sfasciarla molto, molto prima che arrivasse il solitario coglione Berlinguer. Loro lo facevano scientificamente.
Il problema è INNANZITUTTO di ripensare la scuola pubblica, anzi, il concetto di "pubblico", in generale, e della sua valenza di libertà contro gli assalti alla Pivetti, alla Comunione e Liberazione, alla Casini, ecc.
All'epoca del divorzio, Raniero la Valle propose di istituire la possibilità per ciascuna chiesa o credenza di farsi il suo tipo di matrimonio, in nome della "libertà", così gli uni avrebbero avuto il divorzio, altri l'annullamento, ecc. Pannella gli rispose che questa era la "libanizzazione" della società civile. Per la scuola è lo stesso.
Quando andavo all'Università, si cercò (c'era anche Gregory, suo allievo) di ridare a Buonaiuti, il grande storico (prete) delle religioni cacciato dal fascismo dall'insegnamento perché "modernista", la sua cattedra. Ci furono, all'Università di Roma, battaglie. Buonaiuti non potè tornare a insegnare, perché la Chiesa lo proibì. Quindici anni fa, all'Università cattolica di Milano insegnava diritto Franco Cordero. Fu cacciato in quattro e quattr'otto perché teologicamente non corretto.
Hai voglia a riabilitare il Galilei di ieri ed essere pronto a far fuori quello di oggi.
La scuola clericale non può applicare questi principi solo perché tenuta a freno da quella pubblica.
Da laico, liberale e liberista, mi batterò sempre contro chi volesse eliminare la scuola privata, clericale, e oscurantista. Deve poter vivere e prosperare come vuole. Il problema del finanziamento è ridicolo, caro Strik. La scuola privata riceve già oggi mille facilitazioni (compreso l'abbassamento degli standard di quella pubblica, che le consente di andare avanti). Ma non può, per il principio di non-libanizzazione, chiedere l'eguaglianza assoluta: perché lo Stato, laico, moderno, ha il dovere di chiedere, nel caso, l'assoluto rispetto del principio di libertà, che non è quello che UNA scuola può tollerare in un simpaticoinsegnante non pericoloso, ma è quello che un buddista possa accedere per libero concorso all'insegnamento, con TUTTI i suoi principi ideali e culturali (e se la scuola pubblica qualche volta manca, il principio su cui regge è quello).
Se la scuola privata è pronta a dare garanzie effettive di ciò, nulla quaestio. Ma sai benissimo, caro Strik, che NON è così. E quindi, chi vuole andare in una scuola che non possa discutere nemmeno (seriamente) sulle tesi storiche del grande storico (cattolico) Mazzarino sul sincretismo (non è esatto, ma scrivo on-line) tra cattolicesimo paolino e istituzione imperiale (le sue pagine sul processo a San paolo sono splendide, e hanno completamente rovesciato le tesi di Gibbon, d Mommsen, e, credo, di Renan, o di Omodeo), bene, ci vada, ma lo Stato ha diritto e dovere a difendere il principio galileiano della verità sperimentale, e non può dare soldi a chi lo nega. Poi, se fa male la sua funzione, occorre battersi nello Stato. Come ho sempre fatto, con coerenza, proprio nel partito radicale, e non in quello di Pivetti-La Valle-Casini-Mastella-Bossi, che lo Stato vogliono sfasciare: anche con la vergognosa manifestazione di domenica.
Forse mi ci metto sul serio, a compilare il flaubertiano dizionario delle idee ricevute della scuola privata cattolica.
Sai benissimo, Strik, che le scuole laiche private sono, in gran parte, speculative, e in infima minoranza, cose decenti. Ma se c'è una tradizione diversa, nei paesi cattolici, sulla scuola privata, rispetto a quella protestante, beh, questo è dovuto proprio alla storia cattolica.
E infine, conclusivamente. Posso anche accettare che ci si batta per il finanziamento alla scuola, non privata, ma clericale, ma che si vada a far combriccola con chi grida che occorre dare "libertà" alla scuola perché dall'altra parte c'è la scuola "di Stato", che qui significherebbe, per definizione, "non-libera", beh, questo no, è una offesa a qualunque teoria dello Stato. E se per caso il partito, o il movimento, si mettesse su questa strada, liberissimo, ma senza di me.
Salutissimi, Lorenzo, davvero, e affettuosi.