non ho il bagaglio di Bandinelli e Strik, ma sono stato studente, sono libertario, faccio politica ed ho dato il mio contributo alla dissoluzione di questa scuola di merda in questo Stato di merda, in questo Belpaese cattolico apostolico romano di osservanza clerico-comunista.E non amo le dissertazioni fini a se stesse, come se vivessimo in un altro luogo, per di piu' oltre il mondo conosciuto. Certo ci sono i principi, e sono quelli della liberta' dell'individuo, e proprio perche' tali cozzano con qualunque tipo di istituzione abbia la pretesa di educare, di dire cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato. Infatti il giusto e lo sbagliato nel nostro caso lo dice chi ha il potere e non un ente astratto, magari interpartitico o bicameralista, che e' stato messo a disciplinare e sovrintendere alle informazioni base per quei poveri disgraziati che senza chiederlo sono nati in questo Paese di merda.
Gli studenti, tutti, odiano la scuola. Chi la ama -con eccezioni che non fanno storia- e' in genre un secchione, un leccaculo che -stile giovani socialisti o giovani forzisti- e' stato ben modellato da papa' e mamma' per farsi spazio nella vita dando calci e gomitate e coltelalte a chi gli sta intorno.
Il solito professore di turno mi dira': "ma gli studenti hanno senmpre odiato e sempre odieranno la scuola". E vi sembra poco? Non e' un'affermazione di continuita' di un rapporto forzato che vi porta a riflettere sull'utilita' di questa struttura/istituzione? No, perche' chi parla e' sempre un professore. Uno dei mali del modo italiota di governare e' sempre stato quello di credere che per governare un qualcosa occorressero gli esperti di questo qualcosa: un medico alla sanita', un professore alla pubblica istruzione, un economista al bilancio, e cosi' via. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Merda, merda e ancora merda. Con un distacco sempre piu' marcato tra istituzione e fruitore del servizio. Distacco che nella scuola si fa abisso, perche' a differenza degli utenti della sanita' o ai forzati del fisco, gli utenti della scuola, in quel luogo in cui sono costretti a stare, ci fanno tutto tranne quello per cui il genitore/boia lo ha mandato.
E gli interventi di Strik e Bandinelli, nel loro slancio idealista e liberale, sono razionalizzatori di questa logica che -ripeto perche' sia chiaro- agli utenti del servizio (gli studenti) non gliene frega niente.
Nel contesto in cui noi viviamo, il Belpaese, ci sono poche soluzioni. C'e' quel buffone di Berlinguer che sa perfettamente cosa dice, e sta cercando in modo rozzo, irrispettoso della liberta', di irregimentare qualunque forma di espressione, anche quelle che per definizione non potrebbero mai essere tali (fra un po' -estremizzo per rendere il concetto- fara' anche un'ora di lezione sulle occupazioni dei licei .... teoria e prassi, ovviamente).
La scuola, cari professori, e' irriformabile. E' finita, per fortuna, la scorpacciata nazionalista ottocentesca e novecentista dello Stato mamma o padre, ed e' finita' perche' i cittadini non lo vogliono, e soprattuto non lo vogliono gli studenti. Imporglielo, con riforme e riformette e' di una violenza inaudita, e per di piu' e' una vuolenza istituzionalizzata.
Lo Stato deve solo garantire il rispetto della liberta', e non dare indirizzi. Avremo un popolo di ignoranti? Questa e' una cazzata grande quanto una casa, perche' di fatto oggi spendiamo energie e denaro per creare un popolo di ignoranti. Che almeno non si spendano questi soldi, cioe' che almeno non si prelevino ai cittadini con le tasse.
E per finire. Che scuola gli diamo agli ebrei, ai mussulmani, ai cattolici (quelli veri, non certo gli apostolici romani dell'ostia benedetta), agli scintoisti, agli induisti, ai mangiapreti? Che facciamo? Continuiamo con quelle buffonate delle attuali ore di religione a singhiozzo, con ragazzi che ciondolano nei corridoi quando potrebbero andare afarsi una scopata non so dove? Come facciamo con le chiusure di sabato, di domenica e di venerdi', con i ramadan e i digiuni eucaristici? Un casino! E perche' dobbiamo spendere soldi per mettere su un casino dove, per di piu', chi costringiamo ad esserci non vuole assolutamente starci?
Se non si parte da questo punto -lo studente- si fa solo politica autoritaria, conservatrice, retrograda e si da' una grande mano razionalizzatrice al Berlinguer di turno.
Che ognuno si faccia la sua scuola. Che gli studenti vadano a scuola solo se ci vogliono andare, e per questo che litighino pure con i genitori, ma, per carita', che non debbano mai piu' vedere i carabinieri che li vengono a prendere per portarli a scuola.
Tutela del minore? Tutela dell'istruzione?
Vi sembra quella di oggi una tutela del minore? Vi sembra che dobbiamo continuare a istruire chi non vuole essere istruito e che -provate a pensarci un po'- forse vuole solo conoscere e informarsi?
Qui, al punto in cui siamo oggi, il minore va tutelato da questo Stato di merda, con i professori (non e' ovviamente il caso di Strik e Bandinelli) che pensano solo ai loro problemi sindacali e di turno, dai bidelli che fanno mercimonio di panini schifezze e non puliscono, da architetti e ingegneri che andrebbero messi in galera per come costruiscono le scuole, da aziende sanitarie che non fanno rispettare le condizioni igieniche se non con mazzette e cose del genere, da politici che fanno delle scuole i viviai per il procrastinarsi del loro potere.
Occorre buttarlo in politica. E percio' la scuola va distrutta. Al ragazzino, come gli si garantisce la strada asfaltata e luminosa, gli si deve garantire la possibilita' di andare a scuola, dove gli pare e piace e scegliendo lui.
Il resto e' solo operazione di Stato padrone, o, se preferite, giapponese.