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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 18 aprile 1997
QUI CI VORREBBE LA BONINO
di Angiolo Bandinelli

("L'Opinione", 18 aprile 1997)

L'avvio della spedizione multinazionale non scioglie i nodi del problema Albania, anzi. Sbarcare a Valona e a Tirana è stato, sul piano politico se non su quello militare, una impresa; difficilissimo sarà schivare i trabocchetti che si frapporranno allo svolgimento della missione e ad una sua felice conclusione. Tutti gli osservatori sono, in questo, concordi.

Si può già prevedere infatti che a partire dall'Albania stiano per irradiarsi sullo scacchiere balcanico questioni intricate e pericolose. L'aspirante al trono che fu di re Zogu ha lanciato l'accattivante appello per la "Grande Albania", che riunisca sotto una sola bandiera l'etnia squipetara oggi frammentata tra due o tre Stati. E' ovvio dunque pensare che dai paesi limitrofi, già scossi da serissimi travagli, si guardi a quanto accadrà in questa prova di forza e di abilità dell'Europa: perché, ci piaccia o no, anche se non coinvolta direttamente (e anzi forse proprio per questo) è l'intera Europa ad essere sotto esame. Per quel che, grazie all'intervento italiano e degli altri paesi mediterranei, potrà essere realizzato; ma anche per quel che, con la sua sostanziale assenza, l'Europa lascerà inevaso, pericolosamente insoluto.

A guidare la spedizione, sul piano politico prima che su quello militare, occorrerebbe uno staff di alto livello, sperimentato e rispettato sul piano internazionale, capace di prendere decisioni in un vasto quadro etico e politico nel quale l'interesse nazionale non faccia schermo ma si coniughi con l'interesse europeo. Di questo personale mi pare vi sia in giro assoluta carenza. Il Ministero degli Esteri e quello della Difesa sono apparsi, nelle ore cruciali del dramma albanese, o assenti o mal gestiti. A nostro avviso, in questa occasione o al più presto, la loro dirigenza dovrebbe essere cambiata. Non accadrà, invece, e questo ci preoccupa.

E, ugualmente a nostro avviso, vi sono in Italia pochissime persone preparate a ruoli così delicati, che richiedono altissima capacità, esperienza, coraggio. Due ne indichiamo, esemplarmente: una è l'attuale Presidente del WTO, Bruno Ruggero, l'altra è Emma Bonino, Commissaria europea per i rifugiati (e per altre questioni). Quest'ultima in particolare ci pare sia attrezzata a ricoprire un incarico di direzione politica relativamente alla spedizione in Albania, vista non come un episodio da chiudere il più presto possibile ma come punto di partenza di una riqualificazione della strategia politica europea (ed italiana) in quel Paese e nel più ampio scacchiere dei Balcani, con le sue complesse esigenze di ristrutturazione, di sviluppo, economico ma anche politico e culturale nella prospettiva dell'Europa del dopo-Maastricht.

A indicare la Bonino come la figura più adatta a guidare la spedizione umanitaria in Albania è stato Daniel Cohn-Bendit, oggi influente assessore di una delle più importanti città tedesche. Parlava, certo, della Bonino in quanto Commissaria europea. Ma la designazione potrebbe prendere corpo anche in Italia. Un'ipotesi fantastica? L'avanziamo ugualmente, come la migliore ad un rilancio dell'immagine del nostro Paese sugli scenari europei e internazionali.

Angiolo Bandinelli

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