I QUESITI DEI RIFORMATORI
REFERENDUM SULLE CARRIERE DEI MAGISTRATI
Secondo il sistema attuale i magistrati entrano a far parte dell'ordine giudiziario attraverso un concorso e automaticamente progrediscono nella carriera fino a divenire presidenti di Cassazione senza che mai venga vagliata la loro capacità e i loro meriti.
Con questo referendum si propone di passare ad un sistema di progressione in carriera diametralmente opposto, basato su rigidi controlli della professionalità e della capacità di ogni singolo magistrato da attuare attraverso concorsi periodici per esami.
Il disegno di legge Flick non apporta invece alcun sostanziale cambiamento, anzi, affida al Csm il compito di fissare i criteri di valutazione della professionalità dei magistrati su cui basare il sistema di progressione in carriera.
REFERENDUM SUGLI INCARICHI EXTRA GIUDIZIARI
A fronte di 3.500.000 cause civili pendenti e di una giustizia penale che non può garantire tempi ragionevoli, vi sono solo 8.000 magistrati, molti dei quali non svolgono funzioni giurisdizionali perché impegnati in altro: incarichi presso ministeri, presso la Presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale, arbitrati, collaudi etc.
Con questo referendum si mira ad eliminare la possibilità per i magistrati di assumere ogni specie di incarico extra giudiziario.
Il disegno di legge Flick anche qui elude totalmente il referendum. Prevede che i magistrati non possano più svolgere arbitrati e collaudi, ma permette che essi possano assumere incarichi extra giudiziari presso organi costituzionali e ministeri sancendo così esplicitamente il principio antiliberale della commistione dei poteri.
REFERENDUM ORDINE DEI GIORNALISTI
Sono stati presentati al Senato 6 disegni di legge sulla riforma e il riordino della professione giornalistica.
Attualmente i disegni di legge sono all'ordine del giorno in sede referente nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, con relatore il senatore Passigli.
Su proposta del relatore la discussione è stata affidata ad un comitato ristretto, impedendo così di fatto la pubblicità sullo stato dei lavori.
Il Comitato Promotore del Referendum ha più volte chiesto audizione alla Commissione senza ottenere risposta.
Pur abrogando la legge esistente, i disegni di legge non recepiscono affatto la istanza dei promotori del referendum, anzi ripropongono la normativa vigente, apportando ulteriori limitazioni all'accesso alla professione.
Alla Camera sono stati presentate 6 proposte di legge, di cui una costituzionale, una delle quali mira, addirittura, a costituzionalizzare l'ordine.
Anche in questo caso le proposte di legge non recepiscono le istanze dei promotori del referendum e restringono l'accesso alla professione.
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, coordinatore del Comitato Promotore del referendum sull'Ordine dei giornalisti:
"La lobby conservatrice e corporativa dell'Ordine dei giornalisti è forte nel Parlamento, ma minoritaria nel paese: lo dimostreranno le urne. Certo è quantomeno anomalo il fatto che se da un lato l'ordine cerca di aggrapparsi ai politici ufficiali (ed immaginiamo con quanti e quali scambi di favore) per la propria sopravvivenza, dall'altro rifiuti lo scontro politico nel paese, promuovendo l'astensione dal voto referendario".
REFERENDUM GOLDEN SHARE
Non sono stati presentati, per il momento, disegni di legge che superino sostanzialmente o anche solo formalmente il referendum.
Tuttavia, il caso STET ha ben rappresentato lo stato delle cose: pur essendoci un referendum che vuole abrogare la Golden Share, il governo, ed il Tesoro in particolare, tende ad introdurre i poteri speciali nelle imprese da privatizzare prima dell'esito del referendum, per poi cercare di aggirarne gli effetti.
REFERENDUM OBIEZIONE DI COSCIENZA
L'approvazione del referendum relativo all'abrogazione di alcune norme della legge 772/72 comporterebbe l'abolizione del sistema di valutazione discrezionale delle domande di obiezione di coscienza, e l'abolizione dei limiti restrittivi e burocratici imposti dalla legge per la presentazione di tali domande (e fissati nel termini di 60 giorni entro la data dell'arruolamento, ovvero, per coloro che esercitano il diritto al rinvio, entro il termine del 31 dicembre dell'anno precedente quello della chiamata alle armi)
Sulla stessa materia è in fase di approvazione una proposta di legge (Bertoni e altri) di riforma della legge 772/72, che recepisce l'indicazione referendaria sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza come diritto soggettivo perfetto, ma che mantiene immutati i termini ed i limiti temporali per l'esercizio di tale diritto.
Dunque, stando alla giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale come il Comitato Promotore dei Referendum ha avuto modo di evidenziare nel corso di una audizione tenutasi presso la Commissione Difesa della Camera dei Deputati l'eventuale approvazione della proposta di legge Bertoni non eviterebbe la consultazione referendaria, ma imporrebbe la riscrittura del quesito e il referendum si terrebbe su quelle parti della nuova normativa che non recepiscono l'indicazione contenuta nella proposta referendaria.
REFERENDUM CACCIA
Il Disegno di Legge recante 'Norme per l'accesso ai fondi agricoli' è stato già approvato al Senato lo scorso 26 febbraio, mentre alla Camera è in sede legislativa presso la Commissione Agricoltura.
Dunque, la sua approvazione in Legge è presumibilmente questione di pochissimi giorni.
La nuova normativa non recepisce affatto le istanze e gli obiettivi sostanziali del comitato promotore, anzi, al contrario, li elude in maniera patente, diremmo truffaldina e dolosa.
Il Ddl, richiamandosi alla L. 157/92 che prevede la determinazione delle zone vincolate dai piani faunisticovenatori, affida tale compito alle Regioni che devono provvedere a questa incombenza entro e non oltre il 15 marzo di ciascun anno. Successivamente si stabilisce che "Qualora nei trenta giorni successivi alla pubblicazione di cui al comma 13 [15 marzo, NdR] sia presentata opposizione motivata, in carta semplice ed esente da oneri fiscali, da parte dei proprietari o dei conduttori dei fondi costituenti almeno il 40 per cento della superficie complessiva che si intende vincolare, la zona non può essere istituita"
Di tale possibilità di opposizione motivata, gli interessati, inoltre, riceveranno notizia solo attraverso l'affissione all'Albo Pretorio del Comune ed attraverso non meglio specificati pubblici avvisi, in altre parole non si prevede neppure l'obbligo e l'onere a carico dell'ente pubblico di informare il cittadino agricoltore in forma più diretta, attraverso una notifica individuale.
Risulta, dunque, evidente che, nella forma e nella sostanza, l'iniziativa parlamentare non recepisce affatto l'istanza referendaria, ma al contrario realizza un ennesimo scippo, non solo nel merito, ma anche nel metodo dell'approvazione di una legge che si verificherà in tutta fretta, nel silenzio complice e connivente dell'informazione e nel chiuso di una commissione in sede legislativa.