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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Segr.Pannella - 22 aprile 1997
FONDI STRUTTURALI: PRIVATIZZIAMOLI!

Firenze, 22 aprile 1997

Dichiarazione di Gianfranco Dell'Alba, deputato europeo della Lista Pannella - Riformatori:

"In questi giorni il relatore generale del Bilancio dell'Unione Europea per il 1997, l'eurodeputato democristiano tedesco Tillich, ha scoperto le carte proponendo di finanziare i costi dell'allargamento ai paesi dell'Est con i soldi non utilizzati dei Fondi strutturali europei.

Prima e quasi unica vittima designata, l'Italia che è riuscita a spendere solo il 14,3%, dei 44.000 miliardi assegnatigli nel quinquennio 1994/99.

Quella di Tillich non è che la conferma di quanto dichiarato dalla Commissaria europea Wulf Mathies a Ciampi nel gennaio scorso: se non si arriva ad aver speso almeno il 38% entro la fine dell'anno i soldi ci saranno tolti senza troppi complimenti anche per gli anni a venire.

Si vanificherebbe in sostanza l'equivalente di tre manovrine, mentre fra cabine di regia prive di potere effettivo, leggi farraginose e complesse, scarsa preparazione delle amministrazioni (con qualche lodevole eccezione) incomprensioni e ritardi anche da parte di Bruxelles rischiamo di perdere non solo i soldi ma anche, e del tutto, credibilità europea proprio quando si dovrà decidere del nostro ingresso nella Moneta unica.

La mia proposta per scongiurare il peggio è semplice:

Occorre privatizzare la gestione dei Fondi Strutturali affidando, con Decreto governativo speciale, a consorzi e società che operano con criteri privatistici il compito di gestire i programmi tanto a livello multiregionale che regionale.

Naturalmente lo Stato e gli Enti locali ai quali deve essere data in parallelo maggiore autonomia resterebbero responsabili dell'esecuzione dei programmi di fronte alle autorità comunitarie, manterrebbero un controllo effettivo sullo sviluppo di questi, mentre al contempo potrebbero avviare seriamente quei corsi di formazione e quelle riforme legislative e regolamentari per adeguarci agli standard europei mai realizzati.

Occorre, ripeto, sul modello di quanto avvenuto per esempio in Grecia, proprio su invito della Commissione europea, e avvalendosi dell'esperienza di chi già opera con successo in tal senso, affrontare il problema con coraggio e determinazione se no alle parole non seguiranno, non v'è da dubitarlo, fatti concreti".

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