certo che non te ne vergogneresti, come non si vergognano i baby pensionati, non si vergognano i sindacalisti in permesso sindacale retribuito, come non si vergognano gli assistiti a vario livello. Tutti sono dell'opinione che cio' che hanno e' dovuto, e non averlo costituisce una violazione del loro diritto ad averlo. E per continuare. Per averlo, poi, sono disposti ad accettare qualunque cosa, perche' comunque e' per una causa giusta: la loro.Credo che questo sia un meccanismo che attanaglia coloro che si credono onnipotenti nel vivere il loro diritto, sulla cui violazione sono pronti a tutto. "Il fine giustifica i mezzi" .... oppure, se preferite, "ma lo faccio per il bene della causa" ... come quelli che vi raccontano le menzogne, ma sono convinti didoverlo fare perche' "e' per il vostro bene". E sicuramente il fine che ci ricorda Jezzi, per lui e per la sua causa, e' un fine Buono; e' un fine nobile perche' salva la radio e Jezzi da una possibile difficolta' che inficierebbe un fondamentale strumento della nostra politica, che, proprio perche' Nostra, e' quella Buona.
Al di la' delle umane miserie. Al di la' della propria vista corta. Al di la' del proprio egoismo e delle proprie incapacita' di pensare e agire "alla grande". Questo confronto mette a nudo il re che e' dentro di noi, e la follia utilitaristica che e' abito di queto re.
Spero solo che serva a far si' che i compagni del tesseramento intervengano per rivendicare la giustezza della continuita' della loro presenza, e cerchino alimento nel finanziamento pubblico. Cosi' come quelli di Agora' o quelli del centro di ascolto.
E, intanto, Marco Pannella continuera' a ricordarci che noi siamo imprenditori della politica ........ mentre alcuni di noi continueranno a non mangiare per questa o quella causa.
Morto un re se ne fa un altro? No, nel nostro caso preferisco levare un osanna al regicidio.
Morte a Franz, W Oberdan!