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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 24 aprile 1997
PENSIONI D'ANZIANITA': CLUB PANNELLA, REFERENDUM UNICA VIA

Roma, 24 aprile 1997

Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, segretario nazionale dei Club Pannella Riformatori.

Privatizzazioni, sanità, pubblico impiego e pensioni: o si è in grado di dimostrare la volontà di incidere su questi punti, oppure la richiesta di benevolenza a francesi e tedeschi verrà restituita al mittente, con durezza.

Il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta, suggerisce una prima strada, da percorrere immediatamente: la cancellazione delle pensioni di anzianità. Ha ragione, questo sarebbe un segnale inequivocabile della volontà italiana di pagare alcuni conti con il passato, abolendo l'istituto più clamorosamente e irresponsabilmente generoso del nostro ordinamento previdenziale. Si illude però, se ritiene che questo parlamento e questi partiti sapranno nei tempi utili assumere una tale decisione. Vi è una sola possibilità concreta, qui ed ora, di attuare le riforme necessarie: un referendum popolare che possa far valere il consenso di milioni di cittadini, di lavoratori e di disoccupati italiani che sanno che il loro futuro si gioca contro gli interessi delle burocrazie partitocratiche e sindacali. I Club Pannella sono pronti a questa battaglia, ma pronti anche a rinunciarvi se non vi sarà il sostegno convinto e fattivo di quanti condividono l'obiettivo. A partire da Confindustria.

La vera questione in gioco nella trattativa per la moneta unica, infatti, non è né può essere qualche decimale di sforamento del deficit. La debolezza della posizione italiana risiede nei 2,2 miliardi di debito cumulato, a fronte del quale non vi è un patrimonio infrastrutturale che l'Italia si appresti a condividere con l'Europa, ma solo una ricchezza finanziaria di circa 3,5 milioni di miliardi costruita, in misura consistente, sui trasferimenti pubblici, ai cittadini ed alle aziende. Non basteranno certo i proclami "mussoliniani" sui sorci verdi o le filippiche di Scalfaro a consentire che l'Italia non paghi i conti con il proprio passato, e scarichi, in tutto o in parte, sui ben più virtuosi paesi partner i costi derivanti da decenni vissuti al di sopra dei propri mezzi.

 
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