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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 3 maggio 1997
CORSERA, 3 MAGGIO 97

titolo: Un inno al lavoro, ai sindacati e... ai Tupac Amaru

di Aldo Grasso

testo:

"Confusi e felici" recita uno striscione che veleggia nel mare umano di piazza San Giovanni. Piu' confusi che felici: confusi dall'acqua che scroscia, dai microfoni che non funzionano, dal proprio destino incerto, dall'esaltazione incongrua del terrorismo. Felici se non altro di partecipare alla piu' grande festa del surrealismo socialista.

Difficile trovare un Paese dove il sindacato riesca a celebrare la ricorrenza del lavoro che non c'e', a festeggiare mezzo milione di disoccupati, a radunare il piu' grande gruppo di "senza lavoro".

Tanto difficile che, dopo mesi di siccita', Roma e' molle di pioggia e di stupore. E la comicita' cosmica della situazione non tollera neppure le facili ironie dei presentatori. Cosi', non appena Piero Chiambretti esalta la paganita' e la laicita' della festa, un dio irato scaglia un fulmine nei pressi, a far saltare valvole, circuiti e nervi di menestrelli e ministrelli.

Primo maggio a Roma: nel segno di Dylan Dog, Piero Pelu' e Gianni Mina'. Primo maggio bello come una mattina, d'acqua cristallina, come una finestra che ti illumina il cuscino, caldo come il pino... Ma Primo maggio della Grande Incongruenza o, come si dice dalle parti di Rai 2, della Dissonanza.

Non c'e' pane ma circenses. Tanti circenses, e tutti in tour promozionale. Come i Casino Royale che sentono il bisogno, pomeriggio e sera, di dedicare la festa a Nestor Cerpa Cartolini e ai Tupac Amaru uccisi a Lima. Omaggio a cui prontamente si unisce il presentatore, dimenticando che catturare ostaggi e' terrorismo.

Come Mina', l'ultimo conduttore militante, l'ultimo sostenitore dell'"uso corretto della musica rock", l'ultimo e basta. Ma e' il piu' dissonante di tutti: dirige un giornale, conduce programmi impegnati, guida delegazioni di scrittori in Sud America e, almeno il Primo maggio, potrebbe lasciare un po' di lavoro - "trabajo", dice lui - a qualcun altro. No, niente.

Come Lorenzo, in arte Jovanotti, che trova che il "neoliberismo fa casini da tutte le parti, specie nel Sud" e, intanto, dopo la festa, trova il modo di far programmare un suo modesto filmetto.

Come Franco Battiato che prima si rivolge ad una signora sola e abbandonata e poi ripete "non sopporto i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz punk inglese...", che e' esattamente quello che passa il convento dei sindacati confederati.

Come il suo paroliere Manlio Sgalambro che si concede all'abbraccio dei 500.000 nonostante abbia scritto "l'ingiustizia sociale mi e' sempre parsa un'ingiustizia riuscita".

Come Pelu' dei Liftiba, sulfureo demone del rock, famoso per aver piazzato un preservativo sul microfono di Vincenzo Mollica e adesso, dopo le frequenti apparizioni a "Quelli che il calcio", piu' mollica di Vincenzone nostro.

Piove, sindacato ladro.

Piove sul malessere giovanile, piove sul radiomicrofono di Sinead O'Connor cui scappa un indispettito "che c...", piove sui Blur che festeggiano in diretta la vittoria di Tony Blair e del Labour Day, piovono coretti su Chiambretti, che tampona come puo' i buchi della diretta, piove su un regista che di mestiere fa il giornalista.

Il lavoro manca, viva la dissonanza. Le bandiere rosse sono ormai un ricordo (sventolano solo quelle del Che che, con Mina', e' vivo e lotta con noi), il Welfare si avvia a diventare un complesso come gli Avion Travel o i Vox Populi, San Giovanni e' la piazza di tutte le piazze televisive. Si alzano le manine dei giovani d'oggi a salutare la mamma in trepida attesa. Urla Jovanotti: "Vacanza per chi lavora, speranza per chi non lavora". Vacanza, speranza nel segno della dissonanza.

fine testo

 
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