Roma, 4 Maggio 1997Dichiarazione di Emma Bonino
"L'Italia è ammirata dai risultati istituzionali e politici che il mondo anglosassone, nelle versioni britannica e/o americana o canadese, persegue e raggiunge, in funzionalità e in progresso. L'80% degli italiani, almeno, è per sistemi elettorali e presidenzialisti di stampo 'americano'. Poiché la sola forza politica e sociale organizzata che sia all'unisono con il paese siamo noi, tutti i partiti, tutte le Bicamerali, tutti i Poli sono per 'altro'. Naturale; il problema non è salvare l'Italia ma salvare i Partiti. L'Italia è all'80% o al 95% contro il sistema del finanziamento pubblico dei partiti, come noi e solo noi. Risultato: non esistiamo e non esisto come militante e come cittadina italiana, né per la TV, né per la stampa. Per la prima volta in questo secolo gli italiani, nella loro immensa maggioranza, sono liberali, liberisti e riformatori e sono pronti a votare con noi rivoluzionando un sistema istituzionale e politico con i referendum liberisti, liberali su lavoro, sanità, previdenza, giustizia,
ecc. Risultato: vietato votare, se non con la scheda partitocratica dei mattarella e dei tatarella. Quella legislativa e referendaria è pressoché abolita.
In Italia vi sono all'incirca cinque milioni di piccoli imprenditori, nel commercio, nell'artigianato, nell'industria e nei servizi. Sono milioni di famiglie e di aggregazioni: decine di milioni di voti riformatori per esigenze spesso letteralmente vitali.
Gli italiani sono europei, l'Italia è partitocratica, controriformista, oligarchica. E' giunta l'ora, se non è già troppo tardi, di trarne qualche conseguenza coerente. Mi auguro che contro il potere burocratico di regime si scelga la forza democratica e liberale del popolo produttore, della quale l'Europa e noi tutti abbiamo urgente necessità storica e politica. E che questa scelta sia fatta dalle organizzazioni 'ufficiali', come Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, e dai 'politici' che sembrano non riuscire a volere quello che dichiarano necessario e auspicabile, siano d'Ulivo o di Polo, di Governo o di 'opposizione'. Basterebbe far propri e incardinare nella vita istituzionale e politica d'Italia i quesiti referendari che abbiamo approntato.
Per i quali, tecnicamente, il tempo sta per scadere".