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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Mauro - 4 maggio 1997
LETTERA APERTA INDIRIZZATA AGLI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI ANCONA DA MAURO PAOLINELLI
Il testo che segue sarà inviato domani mattina a 120 industriali della provincia di Ancona. Gli indirizzari provengono dai tabulati della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Ancona e sono stati selezionati in funzione del fatturato delle aziende (10 e 50 e oltre MLD; 510 MLD; 13 MLD) escludendo per ora quelle con fatturato inferiore a 1 miliardo.

Roma, 04 maggio 1997

Egr. dott ..

Le scrivo come cittadino marchigiano attivamente impegnato in politica, prima ancora che come membro della direzione nazionale del Movimento dei Club PannellaRiformatori, nel tentativo di richiamare la Sua attenzione e di coinvolgerLa in un progetto riformatore, liberale e di valorizzazione delle capacità imprenditoriali che con tenacia, da tempo, stiamo cercando di promuovere. Mi rivolgo a Lei che rappresenta il ceto produttivo ed imprenditoriale italiano, la parte propulsiva e innovatrice della società, contrapposta a quella conservatrice burocratica e statalista.

Quello che segue è un elenco di quesiti referendari: (da cui poter scegliere un menu) che abbiamo definito e preparato, in particolare su mercato del lavoro, previdenza e sanità. Si tratta, come può vedere, di molti tra i principali temi dell'agenda politica italiana: raccogliere le 500.000 firme necessarie per la tenuta dei referendum significherebbe preparare per la primavera del '98 un appuntamento decisivo per l'avvio concreto di una riforma liberista dell'economia italiana.

Gli incontri tenutisi in questi giorni con i vertici di Confindustria confermano una "generale condivisione degli obiettivi referendari": fatto, già di per sé, straordinario per Confindustria, che mai aveva preventivamente ed esplicitamente espresso il proprio "favore" nei confronti di una iniziativa referendaria. Ma è ancora inequivocabilmente poco rispetto a ciò che sarebbe necessario, qui ed ora , per assicurare il successo nella raccolta firme. Non si tratta, sia chiaro, di addossare arbitrariamente su altri che noi la responsabilità della decisione sull'avvio o no della campagna: si tratta di capire, semplicemente, se la principale organizzazione degli imprenditori italiani voglia fissare come punto prioritario per il raggiungimento dei propri generali obiettivi di crescita della competitività delle aziende associate, l'incardinamento entro due mesi di un appuntamento referendario sulla liberalizzazione del mercato del lavoro, sulla riforma dello stato sociale, sulla riduzione degli oneri sui cittadini

e sulle imprese, sulla riforma urgente del sistema pensionistico (abolizione pensioni di anzianità) sulla parziale privatizzazione della sanità, destinato ad essere dirompente, positivamente dirompente, per il solo fatto di essere credibilmente annunciato.

Le ultime dichiarazioni di Guidalberto Guidi, responsabile del Centro Studi confindustriale, incaricato direttamente dal Presidente degli industriali, Giorgio Fossa, di prendere contatti con i Club Pannella, ribadiscono che con ogni probabilità la Confindustria darà il suo appoggio diretto ad alcuni dei quesiti dei riformatori. Guidi ha testualmente dichiarato: "Alcuni dei referendum di Pannella mi sembrano del tutto condivisibili, sarebbe bizzarro se la Confindustria non li sostenesse, visto che corrispondono a temi che noi stessi abbiamo sollevato. Per questo, dopo un incontro che ho avuto con Pannella dietro indicazione del presidente Fossa, ho sottoposto la possibilità di dare un sostegno diretto ai referendum nel corso di un recente Comitato di Presidenza. Mercoledì prossimo (7 c.m.) la stessa proposta sarà discussa dal Direttivo" " si insiste tanto perché questo paese cambi: e allora la strada del referendum può essere un'utile sollecitazione".

Perché i referendum possano imporre una reale accellerazione al processo delle riforme è però necessario che le firme vengano raccolte entro il mese di luglio altrimenti l'appuntamento slitterebbe al '99 e perderebbe di qualsiasi significato. In queste condizioni, il termine ultimo per assumere la decisione di iniziare oppure no la campagna referendaria è tassativamente il 7 maggio. Ad oggi è quasi certa la decisione di "non partire". Come ben sa chi guida un'azienda, la tempestività è fondamento di ogni decisione: la medesima scelta compiuta oggi o tra due anni è destinata a produrre effetti del tutto diversi, a volte opposti. Noi siamo determinati a NON fare questi referendum e ad accantonare quella che sarebbe con tutta probabilità l'ultima occasione referendaria per il paese: lo siamo per consapevolezza e responsabilità, non certo per capriccio.

A questo punto la riflessione non può che essere questa: è bene, o no, per il Paese, gli imprenditori i lavoratori, i disoccupati, il Parlamento, il Governo che questo appuntamento incomba su di un sistema politico paralizzato dai veti incrociati e condizionato dalla minaccia della mobilitazione sindacale? Queste riforme servirebbero oppure no? Avrebbero o no la maggioranza dei consensi nel Paese?

La decisione, però, non dipende più dal nostro Movimento: sarà il sostegno - o la sua mancanza - da parte del mondo dell'impresa a creare le condizioni - o meno - di una campagna che dovrebbe essere di straordinaria mobilitazione e di grande sostegno informativo e pubblicitario. Sostegno "politico" prima ancora che finanziario; e, soprattutto, immediato.

Nelle prossime ore cercheremo di contattarla (ma una sua chiamata in anticipo allo 06/689791 o un suo fax di riscontro allo 06/68805396 sarebbe cosa della quale saremmo estremamente lieti), per conoscere le Sue opinioni in proposito e, nel caso, per chiederLe il Suo sostegno affinché nel fazzoletto di giorni che rimangono a disposizione, la mobilitazione di molti possa ribaltare una situazione che sembra ormai quasi definitivamente compromessa.

A voi la scelta di rianimare questa via, questa speranza per l'Italia, la sua politica, la sua società, la sua economia e dare l'apporto decisivo perché si arrivi ad una "partenza" anziché ad un abbandono della iniziativa referendaria. Può darsi che non sia questa l'ultima speranza, ma forse sarebbe comunque prudente non lasciarla morire.

Con i migliori saluti,

MAURO PAOLINELLI,

 
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