Roma, 8 maggio 1997
Dichiarazione dell'Avv. Andrea Falcetta, del Comitato Promotore dei Referendum Giustizia:
"La lunga intervista al Dott. D'Ambrosio, mandata in onda ieri sera dal TG1, testimonia ancora una volta che la Rai è diventata ad ogni effetto l'organo ufficiale di stampa dell'ANM, a dispetto del pluralismo e della cosiddetta par condicio.
E' infatti assolutamente falso quanto accademicamente proclamato dal PM a milioni di italiani, e cioè che la abolizione dell'art. 513 c.p.p. potrà da sola determinare la prescrizione dei processi per corruzione.
La verità è un'altra, assai più scomoda agli imbonitori televisivi: i processi sono lenti, a tutto vantaggio dei disonesti, non perché si tenti di applicare correttamente il principio costituzionale del diritto alla difesa, ma perché i nostri 7.000 magistrati, arroccati come sono da destra e da sinistra intorno alla difesa dei propri privilegi di carriera e dell'attuale equilibrio politico tra le varie correnti presenti nel CSM, non vogliono assolutamente rischiare di diventare 20.000 come in Francia, Germania e Inghilterra, nel terrore di dovere rinunziare alle loro anacronistiche guarentigie.
Domandiamo a questo punto: davvero non meritano neanche un cenno sui mezzi d'informazione, nell'imminenza del voto referendario, i temi scottanti dell'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, della eliminazione dell'attuale meccanismo di progressione automatica delle carriere dei Magistrati, del divieto per costoro di assumere incarichi extragiudiziari, o lo stesso quesito depositato oggi in Cassazione che impone all'Ufficio un termine perentorio per il compimento degli atti processuali?"