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Conferenza Movimento club Pannella
Radio Radicale Sergio - 12 maggio 1997
Ciao Wladimiro

Oggi ci lascia Wladimiro Greco, giornalista libero e sciasciano, irriducibile inviato de Il Giorno fino al pensionamento forzato da parte dell'ENI.

Con lui per diversi anni alcuni di noi hanno condiviso giorni di cronaca di qualsiasi tipo restando fuori dai club privati dei professionisti dell'antimafia: nonostante le sue idee filo-marxiste secondo me riusciva ad essere una penna laica fuori dagli schieramenti gesuiti del giornalismo giudiziario e - appena poteva - non mancava mai di mettere nei suoi pezzi qualche citazione di Leonardo Sciascia.

Eravamo legati da una bella amicizia: avevo capito che in alcuni casi, i migliori erano quelli della sua eta' e che - fatta qualche rarissima eccezione - dovevo vergognarmi di una consistente parte di giornalisti della mia generazione. Mi voleva bene come un padre, per un motivo od un altro non sono riuscito mai a prendere d'estate una casetta che teneva in una delle zone selvagge della Sardegna e che lui stesso mi descriveva come una umile bomboniera. Me la voleva mettere a tutti i costi a disposizione.

Quando ci ritrovavamo in Sicilia negli anni caldi delle cronache giudiziarie processuali e delle stragi, in quei pochi momenti di pausa era solito soffermarsi a tavola con me per tirar fuori di tanto in tanto - dalla sua memoria come un fiume in piena - tonnellate di vicende giudiziarie degli ultimi trenta anni che non avevo mai avuto modo di seguire professionalmente per motivi anagrafici, a cominciare dal processo Tortora.

Non dimentichero' mai come riusciva in alcune conferenze stampa a mandare "a fare in culo" alcuni personaggi come Lodato dell'Unita' e Bolzoni di Repubblica. Come riusciva a farsi riconoscere anche dai microfoni di Radio Radicale con i suoi mitici colpi di tosse (fumava parecchio, ricordo una volta Bordin che avendo ascoltato il riversamento di una conferenza stampa del proc. di Palermo mi disse: "c'era Wladimiro, vero?"). Della sua voce rimane traccia negli archivi di Radio Radicale. Qualche conferenza stampa (ne ricordo una esilarante con Cossiga in pieno periodo di esternazioni) ed una bella intervista radiofonica fatta "a tre voci" insieme a Pasquale Calise all'Avv. Michele Costa il giorno dopo l'omicidio di Falcone e dei morti di Capaci (a nessuno di noi tre interessava sgomitare per avere in quei giorni una qualche esclusiva giornalistica: per questo decidemmo di partire in tre dall'albergo senza problemi).

Gli avevano proposto altre cariche al giornale ma lui se ne "fotteva" sempre rifiutandole per finire la sua carriera da inviato fino a quando l'ENI lo "pensiona" forzatamente (non fu facile, ci provarono diverse volte). Dopo ci siamo sentiti solo in poche occasioni, al telefono cercava di non farmi capire il disagio della messa in pensione: sicuramente era il tipo di persona che poteva tranquillamente continuare il suo lavoro. La pensione con tutti i benefici possibili e immaginabili del'INPGI, non gli ha fatto certo bene.

Io lo ricordo cosi'. Con un bel ricordo. Con la fotografia che non dimentichero' mai della sua inseparabile "lettera 32" da scrivere in ogni sala stampa: l'unica in mezzo ai computer portatili. Quando si vedeva su un tavolo qualsiasi o appena lasciato in albergo, sapevamo che "Miro" era venuto in trasferta...

*: So che a qualcuno non interessera', ma volevo umilmente lasciare il mio ricordo tra un computer e l'altro. Tra un modem e l'altro. Scusate.

 
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