REFERENDUM: PANNELLA, SIAMO TORNATI ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA
''LA CAMPAGNA REFERENDARIA, DI FATTO, NON ESISTE''
I Riformatori, promotori di 6 degli 11 referendum sui quali si votera'
il 15 giugno, denunciano una campagna referendaria, che ufficialmente
si apre oggi, ''di fatto inesistente'' e indirizzano critiche ai mezzi
di informazione, alla commissione di Vigilanza sulla Rai, al presidente
della Repubblica, alla Corte Costituzionale. ''Siamo tornati alla
legge della giungla,e questo regime -afferma Marco Pannella- si rivela
ben piu'antidemocratico di quelli fascista, nazista o comunista''.
I Riformatori hanno manifestato la propria insoddisfazione in
una conferenza stampa, durante la quale e' stato anche sottolineato
come fino ad oggi nessuna delle iniziative legislative che dovrebbero
servire a 'superare' i quesiti referendari appaiono utili a questo
scopo. Per le proposte di legge su Ordine dei giornalisti e caccia il
senatore Pietro Milio ha parlato di ''leggi-truffa'', mentre dubbi ci
sono anche per il disegno di legge Andreatta che affronta il tema
dell'obiezione di coscienza e per il 'pacchetto Flick', con il quale
il ministro della Giustizia affronta le questioni degli incarichi
extragiudiziari e degli automatismi della carriera dei magistrati.
Pannella ha criticato anche la commissione di Vigilanza sulla
Rai. ''Si riunira' solo martedi' prossimo -ha detto- per stabilire, o
non stabilire, le modalita' della campagna referendaria, mangiandosi
cosi' ben sette dei 31 giorni a disposizione''. Secondo il leader dei
Riformatori ''e' documentato l'ostracismo da parte dei mezzi di
informazione, Rai e Mediaset comprese, rispetto ai temi e ai soggetti
protagonisti dei referendum. Nei nostri confronti la logica e' che
dal momento che non esistiamo non dobbiamo neppure essere citati o
ascoltati. Sono state ascoltate categorie e sottocategorie di ogni
tipo, ma noi mai''.
Nel mirino anche Scalfaro (''ha denunciato un inesistente,
prima di tutto sotto il profilo giuridico e costituzionale, abuso di
referendum''), la Corte Costituzionale (''ha assolto al proprio ruolo
di 'braccio armato' di questo regime'') e al governo (''ha
deliberatamente fissato la data del voto nell'ultimo giorno utile, il
15 giugno, quando alcuni milioni di italiani saranno in ferie
scaglionate secondo 'direttive pubbliche', determinando condizioni di
obiettive, enormi difficolta' nel raggiungimento del quorum'').