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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 16 maggio 1997
ALITALIA: CLUB PANNELLA, NO AL SINDACATO NEL CdA

Roma, 16 maggio 1997

Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, segretario nazionale dei Club Pannella riformatori.

L'annuncio che tre consiglieri d'amministrazione dell'Alitalia di nomina IRI (87% del capitale) si faranno da parte per consentire l'ingresso nel CdA di tre esponenti sindacali lascia esterrefatti.

Mentre l'IRI, cioè il Tesoro, cioè i contribuenti italiani stanno finanziando con ben 3.000 miliardi il disperato tentativo di rilancio della compagnia di bandiera incorrendo per altro nella fondata accusa di aiuti di Stato distorsivi della concorrenza avanzata da Bruxelles, si decide che al capezzale dell'azienda vengano proprio i principali corresponsabili del suo sfascio. E' innegabile, infatti, che il declino probabilmente irrimediabile dell'Alitalia sia frutto certo di gestioni clientelari e sbracate, ma anche e soprattutto dallo strapotere prepotente ed irresponsabile dei sindacati. Caduto il monopolio interno e avviato irreversibilmente il processo di liberalizzazione, i nodi sono venuti al pettine e il costo viene oggi scaricato sugli utenti/contribuenti, che hanno già pagato in passato per un servizio costoso e scadente.

Non si tratta di ragionare in astratto sulla cogestione propietà/sindacati e magari sulle esperienze straniere in questo campo: si tratta di denunciare, oggi e in Italia, l'insensatezza di consegnare al sindacato, senza alcun motivo se non il timore del ricatto delle agitazioni, la gestione di aziende pubbliche come l'Alitalia. Tanto più che l'ingresso nel CdA era stato stabilito in base ad un accordo che prevedeva quantomeno l'acquisizione di azioni da parte dei dipendenti, cosa ancora ben lungi dall'accadere.

Forse la trimurti teme che i dipendentiazionisti sceglieranno al di fuori delle oligarchie buriocratiche del sindacato i propri rappresentanti nel CdA Alitalia.

Per quel che ci riguarda riteniamo che solo chi rischia il proprio capitale debba avere la responsabilità di gestione delle aziende. Se però volessimo scegliere altre e fantasiose vie, perché non mettere nel CdA anche tre rappresentanti degli utenti?

 
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