Si chiamava così un articolo di Pietro Ichino tratto dal Corriere della Sera del 14 maggio, che D. Porretti ha messo in questa conferenza lo stesso giorno.In un libro uscito l'anno scorso da Mondadori col titolo "Il lavoro e il mercato", Ichino fornisce alcune cifre essenziali per capire qual è la vera posta in gioco dei referendum messi in cantiere dal Movimento.
La forza-lavoro italiana ammonta (1995) a 22,7 milioni di persone. Di questi i protetti (dal sindacato, dalle tutele giuslavoristiche) sono 9,4 milioni; i dimenticati (dal sindacato, dalle tutele gisulavoristiche) sono 10,7 milioni; i disoccupati sono 2,6 milioni.
Tredici milioni e mezzo di dimenticati e disoccupati, scrive Ichino, "al pari degli altri venti milioni di cittadini maggiorenni non appartenenti alle forze di lavoro, fanno sovente esperienza del sindacato e del diritto del lavoro 'dall'altra parte della barricata', in veste di 'controinteressati', cioè
- di utenti di servizi pubblici e privati la cui efficienza è talora menomata per effetto o in funzione della tutela piena contro trasferimento e licenziamento garantita dall'ordinamento ai lavoratori che vi sono addetti; oppure
- di contribuenti, ai quali la tutela sindacale e legale degli addetti a una amministrazione pubblica pletorica e inefficiente, o dei dipendenti di imprese decotte cassintegrati da anni, costa cara in termini di deficit del bilancio statale e di conseguente maggiore carico fiscale; oppure ancora
- di [dimenticati] che si vedono preclusa ogni possibilità di concorrere ai posto di lavoro [dei protetti], proprio in conseguenza della tutela che è assicurata a questi ultimi".
Pietro Ichino, professore ordinario di Diritto del Lavoro alla Statale di Milano, è stato responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano (!973-79) e membro per il PCI della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati (1979-83).