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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rino - 26 maggio 1997
NON VIOLENZA

Compagne e compagni,

la situazione di annullamento della esistenza referendaria, la cancellazione dell'istituto costituzionale, della procedura di espressione della sovranita' popolare ha raggiunto livelli mai visti in precedenza.

Non solo l'ostracismo nei confronti con tutto ciò che possa avere una sia pur minima attinenza con il referendum, ma la sostituzione di un referendum-patacca ai referendum reali, con il rpocedimento 'classico' e 'di scuola' di influenza diretta dei mass media sulla pubblica opinione: l'agenda setting, ovvero la determinazione delle attualità, dunquie delle attenzioni e degli interessi dell'opinione pubblica..

I referendum non fanno parte dell'attutalità, e non devono far parte, perche' devono essere espunti dall'ordinamento. Tutto ciò, in piena campagna elettorale legalmente cominciata il 15 maggio, 11 giorni fa.

Un terzo della campagna se n'e' andato: un terzo di quanto spettava agli italiani secondo la legge e' stato defraudato.

E' l'annullamento, l'erosione, lo svuotamento.

Non penso che vi sia mai stato un attacco di tale portata: negli anni 70 vi era la censura del Comitato, ma i partiti parlavano del referendum: il bavaglio fece comprendere la discriminazione nei confrontio dei comitati.

Nel '95 alte cariche dello Stato si espressero - più o meno velatamente contro il raggiungimento del quorum.

Questa volta il referendum non esiste punto. I partiti non si esprimono nemmeno contro, alle tribune, per quanto ne sappiamo c'e' difficolta' a trovare esponenti del NO.

Rispetto a questo, non mi sembra cruciale il manifesto od il volantino: mai come ora proprio l'assenza di informazione, il depistaggio operato dal referendum leghista, si potrebbe e dovrebbero trovare quelle forme di lotta non violenta in grado di abbattere il vuoto del silenzio, perche' esso e' patente e' avvertibile da tutti.

Un movimento, ma soprattutto ciascun non violento, in queste ore deve riuscire a comprendere quali possono essere le forme di lotta e rappresentazione che possono in qualche modo essere incisive.

Intorno al 15 maggio avevo pensato all'inizio di un digiuno: il rischio di ripetitivita' che nella non violenza come rappresentazione oltre che come azione ha frenato i miei pensieri.

Cosa resta da fare allorquando le istituzioni sono così patentemente fuori-legge, quando viene impedito ai cittadini di votare, quando l'oppressione violenta dell'omologazione dei media e' pressocche' realizzata alla perfezione?

Questa mi sembra la riflessione che sto tentando e tento di fare.

Ciascuno fa quello che puo' e riesce a fare, ma non si puo' senz'altro fare a meno di riuscire a concepire qualcosa di adeguato alla potenza del nemico che ci troviamo ad affrontare.

 
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