Chissà se la risposta sarà pubblica...
Tratto da "Il Gazzettino" del 3 giugno 1997, pagina 18, rubrica della posta dei lettori.
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E col prossimo voto ci prenderanno ancora in giro
Il 15 giugno si dovrebbe tornare a votare per i Referendum. Ma quanto costano questi Referendum alle pubbliche finanze? Se almeno servissero a qualcosa !
Ultimamente ci hanno presi in giro in quanto non è cambiato nulla, vedi il Ministero dell'Agricoltura, gli hanno cambiato nome ed ha continuato a esistere. Io non andrò a votare, assolutamente, e spero che siano in molti a disertare le urne. Proprio non me ne frega niente, come non me ne frega niente se qualcuno fa lo sciopero della fame, tanto lo so per certo che si nutre di cappuccini di nascosto, e di peso non cala.
Gianfranco Dall'Omo - Mestre (Ve)
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Inviata a mezzo fax un'ora fa.
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A "Il Gazzettino", C.A. Francesco Jori
Chiedo ospitalità nella rubrica "La parola ai lettori" per rispondere alle affermazioni contenute nello scritto di Gianfranco Dall'Omo, pubblicate nella stessa rubrica il 3 giugno 1997.
Il referendum è uno strumento previsto dalla Costituzione. E' un diritto e un potere che i cittadini hanno e che possono usare per correggere gli "errori" commessi dai partiti, dal regime. Per questo motivo i partiti e il regime odiano i referendum, farebbero - e fanno - di tutto per delegittimarli, minimizzarli, negarne validità, ridicolizzarli, e via dicendo. In alternativa, dagli stessi partiti e dallo stesso regime, talvolta, il referendum è visto come uno strumento di affermazione in chiave plebiscitaria, una clava con la quale bastonare minoranze e opposizioni. Basti ricordare che la Costituzione ha previsto il referendum fin dal 1948, ma che la sua attuazione pratica c'è stata solo quando questa è risultata utile alla - presunta - maggioranza cattolica, 22 anni dopo, non appena approvata la legge sul divorzio.
Il referendum costa, ma vale. Troppo spesso si sente solo la prima parte della frase, e troppo spesso l'attività di chi vuole distruggere lo strumento referendario si confonde e viene rafforzata da tutti coloro che, come il signor Dall'Omo, si fanno incantare da queste nefaste sirene. Il gioco è talmente semplice... I partiti non rispettano il risultato referendario, e i cittadini, invece di indignarsi e riempire le piazze per la patente illegalità delle istituzioni serve della partitocrazia, come il signor Dall'Omo, novello Tafazzi, danno ragione a chi gli suggerisce che la democrazia è altra cosa, che c'è il Parlamento, che la politica è quella delle trattative e degli accordi (possibilmente sottobanco), che il referendum costa, e così via.
Io ritengo importante salvare e rafforzare lo strumento referendario. In primo luogo perché è uno dei due poteri elettorali che hanno i cittadini, riconosciuti e garantiti dalla Costituzione, e anche l'altro, il voto politico, è fin troppo spesso beffato da partiti che si fanno la guerra durante la campagna elettorale e che poi sono prontissimi ad ogni sorta di pateracchio consociativo e spartitorio delle poltrone e dei poteri (cioè della ricchezza che i cittadini producono). In secondo luogo perché è uno strumento che consente di far emergere maggioranze alternative, e per ciò stesso tanto più osteggiate, rispetto ai consolidati schieramenti partitici. Basti ricordare che oggi tutti i partiti sono impegnati nella "difficile" scelta fra i sistemi di governo basati sul premierato e quelli sul semipresidenzialismo, mentre, in base a sondaggi affidabili e costanti nel tempo, circa l'ottanta per cento degli elettori, ed è per questo che un referendum in questo caso non è mai stato ammesso, è favorevole ad un si
stema presidenziale secco, all'americana.
Solo ancora poche righe per ricordare al signor Dall'Omo che il suo "non me ne frega niente" un tempo era abbinato al simbolo del teschio, entrambi elementi di una "filosofia" che spero sia ricordata proprio per non ricadere negli stessi oscuri anni, e che il digiuno nonviolento e radicale, di cui nel suo scritto il signor Dall'Omo dà ampia prova di non sapere nulla, prevede un quantitativo giornaliero minimo di zuccheri (i famosi tre cappuccini, pubblici, dichiarati) per poter essere prolungato e reso efficace mantenendo la lucidità necessaria alla lotta politica in atto. Quanto al peso perduto o meno, valgono i bollettini medici regolarmente consgnati alla stampa durante i digiuni e, caso unico, le immagini televisive che all'inizio del 1996 tutta l'Italia ha potuto osservare, e che certamente ricorda. Consiglio al signor Dall'Omo di mettersi in contatto con Alberto Gardin, che abita dalle sue parti, e che di queste cose ha scritto e pubblicato da molti anni.
John Fischetti
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