GOLDEN SHARE: ESPOSTO A MONTI SULLA STET.
Comunicato di Gianfranco dell'Alba, eurodeputato riformatore, e Benedetto Della Vedova, Comitato Promotore referendum golden share.
In qualità di azionisti Stet avevamo denunciato durante l'Assemblea straordinaria del 26 marzo scorso, il fatto che l'introduzione della golden share nello statuto della società stessa fosse oltrechè pregiudizievole sotto il profilo patrimoniale per i piccoli azionisti contrario alla normativa comunitaria.
Il "codice Monti" emanato ieri dalla Commissione Europea, conferma puntualmente le ragioni della nostra denuncia, così come il significato pregnante del referendum per l'abolizione della golden share all'italiana, che si caratterizza per una estensione amplissima della casistica e dei poteri riservati al Governo (e quindi ai partiti) nelle aziende privatizzate anche al 100%.
In particolare, riteniamo che la valutazione negativa di qualsiasi riferimento a "interessi nazionali" in settori non legati direttamente all'esercizio dell'autorità pubblica da una parte, e il principio, ribadito dalla Commissione, che anche le libertà fondamentali garantite dal Trattato non possano essere sottoposte alla discrezionalità di una autorizzazione amministrativa, condanna senza appello l'art. 2 della Legge 4747/94 sottoposto a referendum il quindici giugno.
Perciò, abbiamo presentato questa mattina, unitamente a Paolo Vigevano, un esposto al Commissario Monti contro l'introduzione della golden share nello statuto Stet, affinchè la Commissione intervenga presso il Governo italiano per invitarlo al rispetto della normativa comunitaria vigente in materia di libera circolazione dei capitali (Art.73b del trattato di Roma) e di libertà di stabilimento ( Art. 52).
Nei prossimi giorni, sempre nella veste di azionisti Stet, impugneremo presso il Tribunale di Torino la delibera assembleare di modifica statutaria che ha introdotto la riserva di poteri al Ministro del Tesoro, chiedendone l'annullamento.