Credo che piu' di un Consiglio Generale sia opportuno proprio un congresso.Capisco che un congresso effettuato subito dopo una sconfitta elettorale
possa dar l'impressione all'esterno che ci si stia leccando le ferite,
be' credo sia prorprio il caso di farlo.
Le ferite non mancano, e gli errori succedutosi a ripetizione neanche.
Penso sia naturale aspettarsi, da un Congresso ravvicinato, una sequela
di recriminazioni su come sono andate le cose e una sorta di tiro al piccione
su Pannella e la dirigenza, (tema gia' venuto a galla dopo la sconfitta alle elezioni politiche) e che se invece si vuol evitare tutto cio' bisogna comunque dare spazio (magari con un dibattito precongressuale) a queste voci per portare poi il congresso a
maturare una nuova linea politica.
Con linea politica, non e sottolineo non, intendo le tattiche di avvicinamento all'opinione pubblica dei nuovi 35 referendum, non intendo neanche parlare di come apparire in televisione o farsi pubblicare un trafiletto o un editoriale, ma parlo dell'
essenza di un movimento, la cui vita il presidente aveva deciso di terminare, che si dice nonviolento oltre ad altri aggettivi.
bisogna rimotivare tali aggettivi, riempirli dei suoi significati propri.
Credo anche che il congresso non debba essere la vetrina di questo o quell'ospite ma una convention in cui fluiscano idee e trend senza analisi precostituite che portino, come da troppo succede, necessariamente a siglare con il voto cio' che qualcuno ha
gia' pensato e deciso prima ancora della convocazione.
QUINDI SI' ALLE ARMI MA ANCHE A CONGRESSO!
DARIO RUSSO
PSa mio giudizio, in un congresso di simili importanza non bisognerebbe minimamente neanche considerare l'opportunita' di non dare i lavori in diretta radiofonica.
chi c'e' c e', chi non ce' che se ne stia comodo a casa, si deve costruire un progetto di grande respiro non ci si puo' basare sulle presenze all'hotel ergife, per contarci,
bisogna da subito aprire di nuovo a queimilitanti, carne da tavolo, ai "dissidenti storici" quali Mellini, Negri, Taradash e gli altri, anche entrando a casa loro via radio.