DECISIONE DEL MINISTRO DEGLI INTERNI DI FISSARE AL 15 GIUGNO DELLA DATA PER LO SVOLGIMENTO DEI REFERENDUM.
Il Governo, e in particolare il Ministro degli Interni, respingono la richiesta dei Comitati Promotori di abbinare il voto referendario con le elezioni amministrative del 27 Aprile.
Il 3 Aprile viene respinta la mozione urgente di oltre 80 senatori di tutti gli schieramenti politici che richiede di anticipare al mese di maggio la consultazione. 800 cittadini, insieme a Marco Pannella, digiunano per sostenere la richiesta dei parlamentari.
La richiesta al Governo e al Ministro degli Interni viene altresì sostenuta da un appello, primo firmatario Mario Segni, sottoscritto da decine di intellettuali ed esponenti del mondo della cultura.
IL 15 GIUGNO le scuole sono già chiuse.
IL 15 GIUGNO, secondo i dati dell'ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo), 2.700.000 italiani sono in ferie scaglionate secondo direttive ed indirizzi pubblici.
IL 15 GIUGNO, sempre secondo dati ENIT, 8 milioni di italiani in più rispetto ad aprile e maggio, sono lontani dai luoghi di residenza.
RITARDATA E MANCATA CONSEGNA AGLI ELETTORI DEI CERTIFICATI DI ISCRIZIONE NELLE LISTE ELETTORALI.
Il 28 MAGGIO scadono i termini per la consegna a domicilio dei certificati elettorali. I Comitati Promotori sono tempestati da migliaia di telefonate e denunce provenienti da tutta Italia sulla mancata consegna del titolo necessario per esercitare il diritto di voto.
Il 3 giugno il Senatore Milio rivolge un'interrogazione urgente al Ministro degli Interni per denunciare le gravissime inadempienze segnalate al Comitato Promotore da ogni parte d'Italia.
L'interrogazione non ha avuto alcuna risposta.
IL SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO INIZIA LE PRIME TRIBUNE REFERENDARIE IL 26 MAGGIO, CON 11 GIORNI DI RITARDO.
Nonostante la legge preveda che la campagna elettorale sia avviata 30 giorni prima del voto, solo 11 giorni dopo l'apertura ufficiale della stessa, si tiene la prima tribuna politica: in quell'occasione, farà la sua apparizione il 'fantasma della democrazia della legalità dei referendum, dei Riformatori, dell'informazione' che riuscirà in qualche modo a consentire ai cittadini di essere informati.
Le tribune politiche sono messe in reti e fasce orarie dai minimi ascolti; la metà di queste tribune si svolgono in contemporanea con i TG nazionali di massimo ascolto (Rai 1 alle 14:00 e Rai 3 alle 20:00).
ASSENZA DI DIBATTITI NEI CONTENITORI TELEVISIVI
Nonostante le disposizioni esplicite contenute nella delibera parlamentare della Commissione Bicamerale di Vigilanza, fino alla fine della campagna elettorale i contenitori ed i talk show non faranno alcuna trasmissione televisiva, se non l'eccezione di una puntata di 'Porta a Porta', su Rai 1 in seconda serata (ascolto medio 1.500.000).
Il Presidente della Vigilanza, dovrà scrivere più volte e denunciare l'inadempienza della concessionaria pubblica per ottenere questo risultato.
I TELEGIORNALI INFORMANO SOLO NEGLI ULTIMI 10 GIORNI
La Rai continua a negare spazi di informazione all'interno dei TG, non rispettando la normativa vigente, come denuncia il Presidente della Commissione di Vigilanza Storace in una lettera indirizzata ai vertici della Rai. Solo negli ultimi 10 giorni vi saranno schede (fino alla sovrabbondanza) ed interviste.
6. LE CONCESSIONARIE NAZIONALI PRIVATE CALANO IL MURO DEL SILENZIO NONOSTANTE LE DENUNCE DEL GARANTE CASAVOLA.
Nessun talkshow di Mediaset (tranne 20 minuti al Maurizio Costanzo show ed un ora dalle 23 alle 24 di venerdì 13 giugno, in contemporanea per buona parte con gli appelli al voto trasmessi dalla Rai) e nessuno di Tmc hanno fatto approfondimento sui temi referendari.
Il garante per l'editoria, Francesco Paolo Casavola, già Emerito Presidente della Corte Costituzionale, in due occasioni denuncia pubblicamente il comportamento
delle concessionarie televisive, definendolo lesivo dei principi di correttezza e imparzialità dell'informazione. Il Garante sottolinea come il silenzio sui quesiti referendari possa a tutti gli effetti esser considerato un appoggio alle posizioni che si oppongono a quelle dei promotori.
7 . LA FIGC SPOSTA LO SPAREGGIO SALVEZZA CAGLIARI PIACENZA DAL SABATO ALLA DOMENICA
Infine, seppur apparentemente marginale, va denunciata, come altamente emblematica, la decisione della FEDERCALCIO di spostare da sabato 14 a domenica 15 quindici giugno lo spareggio per la retrocessione in serie "B" tra Cagliari e Piacenza in programma a Napoli, senza che da parte pubblica e governativa, oltre che politica, si intervenga. La scelta, contraddittoria rispetto alla prassi della medesima federazione di non far tenere spareggi nelle giornate in cui vi sono partite di campionato, viene fatta senza tenere in alcun conto della Consultazione referendaria rendendo in pratica impossibile il voto ad altri 3040.000 italiani che si recano, da Cagliari e Piacenza, ad assistere alla partita.
8. SISTEMATICHE IRREGOLARITA' AI SEGGI ELETTORALI
Il manifesto affisso nei seggi con l'elenco dei referendum, riportava anche quei quesiti delle Regioni superati dal decreto Bassanini. Il Ministero degli Interni che miracolosamente ha fatto stampare le nuove schede sul referendum riguardante il ministero dell'agricoltura delegando la stampa in sede provinciale alle Prefetture, non ha previsto la stampa dei nuovi manifesti con i quesiti (sette e non undici) effettivamente giunti al voto.
Moltissimi elettori hanno denunciato ai Comitati Promotori che ai seggi il Presidente e gli scrutatori chiedevano il numero delle schede che intendessero ritirare, in molti casi reiterando la domanda quando l'elettore con sicurezza chiedeva di votare tutti i referendum.
Solo nel tardo pomeriggio di domenica il Viminale emanava una circolare urgente a tutte le prefetture segnalando l'irregolarità di tale procedura.