Da un lancio dell'agenzia AGI, del 17 giugno
Roma Dopo il "flop" dei referendum, nuova delusione per Marco Pannella che questa mattina si e' presentato invano davanti ai giudici della settima sezione del tribunale di Roma per essere processato in relazione alla cessione gratuita di 137 grammi di hashish compiuta nel giugno del '95 al mercatino di Porta Portese. Pannella voleva essere giudicato a tutti i costi, nonostante lo stato di agitazione proclamato dai penalisti romani fino al 20 giugno.
E cosi', in apertura di udienza, il leader dei riformatori, premettendo di non comprendere le ragioni di questo sciopero, ha revocato il mandato dei propri difensori di fiducia (Giandomenico Caiazza e Lillo Bruccoleri) ed ha chiesto al collegio di nominare un legale di ufficio. I giudici hanno accolto la richiesta e disposto lo stralcio dal processo per gli altri cinque imputati (Paolo Vigevano, Rita Bernardini, Benedetto Della Vedova, Vittoria Pezzuto e Mimmo Pinto) la cui posizione sara' presa in esame il 15 ottobre prossimo.
Purtroppo per Pannella, pero', anche il difensore di ufficio ha manifestato l'intenzione di aderire all'astensione dalle udienze e il processo per il leader dei riformatori e' slittato direttamente al 27 giugno prossimo.
"La posizione critica di Marco Pannella nei confronti della astensione degli avvocati penalisti italiani e' legittima esattamente quanto la mia suo difensore da oltre 15 anni di confermare, cio' nonostante, la mia astensione nel processo odierno".
E' questa la garbata replica dell'avvocato Caiazza all'iniziativa del leader dei riformatori. Per il penalista, comunque, "stima e fiducia reciproca non sono in discussione". Pannella, tuttavia, secondo il suo legale, "ha commesso oggi un grave errore politico, perche' la sua decisione certamente indebolisce l'avvocatura italiana, impegnata nella ennesima, difficile battaglia in difesa dei diritti civili non degli avvocati, ma di tutti i cittadini di questo Paese. Marco Pannella compreso".