Penso sinceramente che la nostra linea politica (quanto discussa e quanto sofferta) era quella giusta e che l'abbiamo attuata nel migliore dei modi possibili malgrado tutto.La verita' e' che
non riesco a vivere questa esperienza referendaria come una disfatta politica.
Non riesco a qualificare il voto referendario un "flop".
Non riesco ad avere dei dubbi sulle nostre scelte passate e sulle decisioni politiche prese ed attuate.
Non sento la necessita' di un Congresso per rivedere i nostri obbiettivi e le nostre strategie.
Non riesco a sentirmi sconfitta.
Sento invece che abbiamo visto giusto, che abbiamo colpito nel segno e che la reazione abnorme della classe politica tutta ne e' la prova.
Abbiamo subito un vero e proprio boicotaggio e malgrado tutto il risultato del voto e' un trionfo per i Riformatori. Il quorum non poteva essere raggiunto in queste condizioni, lo abbiamo detto, scritto e dichiarato ripetutamente. Abbiamo digiunato, abbiamo marciato, abbiamo gridato, abbiamo previsto il peggio e l' abbiamo denunciato piu' e piu' volte. Perche' tanto stupore allora? Evidentemente speravamo in un miracolo, ma i miracoli non sono all'ordine del giorno in Italia ed e' forse di questo che dobbiamo prendere atto ed e' questo il vero nocciolo della questione: nel nostro bel paese si obbedisce agli ordini di scuderia. Non si pensa, non ci si ribella, si obbedisce.
Come prima e piu' di prima si "tifa" per la propria squadra, e la propria squadra ha sempre ragione e deve essere sempre e comunque sostenuta e difesa. Il problema e' questo ed e' con questo problema che dobbiamo fare i conti.