il "nemico" sceglie il tipo di opposizione che ritiene piu' utile per raggiungere il fine che si propone, cioe' vincere. Per fare questo utilizza tutti gli strumenti legali di cui dispone (data stabilita al 15 giugno, appelli al non voto) e anche qualcuno non perfettamente legale (Rai e qualcos'altro). Il nemico ha vinto.
I proponenti i referendum hanno perso.
Ritengono di aver fatto tutto il possibile nel miglior modo possibile?
Per lo meno avevano sottovalutato il nemico.
O forse qualcuno pensava che il ministro Napolitano (o qualunque altro ministro degli interni) avrebbe stabilito una data piu' comoda o magari l'accorpamento con le amministrative proprio allo scopo di favorire i referendum?
Se si e' convinti di avere ragione si puo' andare avanti lungo la stessa strada (per esempio i 35 referendum), ma essendo consci di fare una battaglia "civile" e un'opera di testimonianza, preziose quanto inutili.
Oppure, se si vuole fare una battaglia "politica", con il proposito di vincere e non solo autoincensarsi, bisogna utilizzare strumenti in grado di costruire la vittoria.
Non si puo' pretendere che il "regime partitocratico" si annodi da solo la corda per impiccarsi.
Gli strumenti dovranno essere scelti tenendo conto che la Rai continuera' ad essere la stessa, che il ministro degli interni pro-tempore avra' lo stesso comportamento.
E per vincere bisogna convincere almeno la meta' degli italiani a votare i referendum, e la meta (piu' uno) dei votanti a dire si'.
Ammesso che la strada debba essere quella dei referendum