frazionamento dei gruppi politici, delle consorterie, del trasformismo,del coalizionismo: le divisioni politiche affioravano sopra una ondeggiante
superficie parlamentare, perdendo ogni intima e profonda ragion d'essere nelle
coscienze; quindi, mentre all'apparenza il tessuto politico del paese si
particolarizzava in forme e specie diverse, in realta', polverizzandosi,
si rendeva piu' omogeneo, incolore e mediocre.
Sfortunatamente, la Destra non riusci' ad arginare questo precesso di
disgregamento, anzi vi collaboro' essa stessa, offrendo nuovo materiale alle
trasformazioni e alle coalizioni. [...] Cosi' la mancanza di ogni freno e di
ogni opposizione di un partito conservatore nuoceva all'educazione politica
delle Sinistre e generalizzava il livellamento e il miscuglio dei partiti,
col risultato di formare una massa amorfa, sostanzialmente apolitica, e che
appunto percio' offriva un ottimo materiale all'abilita' alchimista dei pochi
uomini che si avvicendavano al potere. Questa massa conservava il titolo
di liberale non diversamente da come si conservano i titoli nobiliari
nelle famiglie, anche cadute; ma non era che una maggioranza governativa,
capace egualmente di appoggiare la politica di Depretis, o quella di Crispi,
o quella di Zanardelli. Qualunque distinzione tra un partito e un altro
non avrebbe potuto sopravvivere alla pratica del trasformismo e del
coalizionismo, che rendeva i programmi oggetto di mercati e di compromessi. [...]
Il vizio di quest'arte e' stato che, dietro una facciata decorosa di
liberalismo e di democrazia, esso celava una classe politica decaduta e una plebe
apolitica. Le convulsioni sociali del dopoguerra hanno svelato l'illusione,
ponendo a nudo cio' che per l'innanzi era dissimulato. Si e' visto allora
quanto poco il popolo italian oavesse assimilato del liberalismo moderno,
nei suoi opposti ma concorrenti elementi delle liberta' degl'individui e della
organizzazione statale. Dal bolscevismo, al fascismo, le cronache d'Italia
sono tutte un continuo rigurgito di storia passata e non digerita. Ritornano
le fazioni comunali, le condotte e i principati, le prone servitu' dell'eta
vicereale, le angustie mentali dell'assolutismo, le ipocrisie clericali,
le imposizioni della piazza, le comodo acquiescenze dei moderati, e molte altre
cose ancora. Dopo piu' di sessanta anni di vita statale e unitaria, l'unita'
organica del popolo non e' ancora formata.
Questa constatazione, che vien fatta oggi da un numero sempre maggiore d'italiani,
pensosi della sorte della loro patria, e' molto grave. Ma la stessa coscienza
della sua gravita' puo' segnare l'inizio di una riscossa e di un rinnovamento.
Gia' fin d'ora e' dato osservare che la riesumazione del vecchio dipotismo
poliziesco, rammodernato e peggiorato dal concorso al dispotismo demagogico
della piazza, suscita per contraccolpo un vivace risveglio del sentimento
liberale, che prima languiva.[...]