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Conferenza Movimento club Pannella
Moretti Massimo - 22 giugno 1997
[...] S'iniziava cosi', con l'avvento delle Sinistre, il periodo del
frazionamento dei gruppi politici, delle consorterie, del trasformismo,

del coalizionismo: le divisioni politiche affioravano sopra una ondeggiante

superficie parlamentare, perdendo ogni intima e profonda ragion d'essere nelle

coscienze; quindi, mentre all'apparenza il tessuto politico del paese si

particolarizzava in forme e specie diverse, in realta', polverizzandosi,

si rendeva piu' omogeneo, incolore e mediocre.

Sfortunatamente, la Destra non riusci' ad arginare questo precesso di

disgregamento, anzi vi collaboro' essa stessa, offrendo nuovo materiale alle

trasformazioni e alle coalizioni. [...] Cosi' la mancanza di ogni freno e di

ogni opposizione di un partito conservatore nuoceva all'educazione politica

delle Sinistre e generalizzava il livellamento e il miscuglio dei partiti,

col risultato di formare una massa amorfa, sostanzialmente apolitica, e che

appunto percio' offriva un ottimo materiale all'abilita' alchimista dei pochi

uomini che si avvicendavano al potere. Questa massa conservava il titolo

di liberale non diversamente da come si conservano i titoli nobiliari

nelle famiglie, anche cadute; ma non era che una maggioranza governativa,

capace egualmente di appoggiare la politica di Depretis, o quella di Crispi,

o quella di Zanardelli. Qualunque distinzione tra un partito e un altro

non avrebbe potuto sopravvivere alla pratica del trasformismo e del

coalizionismo, che rendeva i programmi oggetto di mercati e di compromessi. [...]

Il vizio di quest'arte e' stato che, dietro una facciata decorosa di

liberalismo e di democrazia, esso celava una classe politica decaduta e una plebe

apolitica. Le convulsioni sociali del dopoguerra hanno svelato l'illusione,

ponendo a nudo cio' che per l'innanzi era dissimulato. Si e' visto allora

quanto poco il popolo italian oavesse assimilato del liberalismo moderno,

nei suoi opposti ma concorrenti elementi delle liberta' degl'individui e della

organizzazione statale. Dal bolscevismo, al fascismo, le cronache d'Italia

sono tutte un continuo rigurgito di storia passata e non digerita. Ritornano

le fazioni comunali, le condotte e i principati, le prone servitu' dell'eta

vicereale, le angustie mentali dell'assolutismo, le ipocrisie clericali,

le imposizioni della piazza, le comodo acquiescenze dei moderati, e molte altre

cose ancora. Dopo piu' di sessanta anni di vita statale e unitaria, l'unita'

organica del popolo non e' ancora formata.

Questa constatazione, che vien fatta oggi da un numero sempre maggiore d'italiani,

pensosi della sorte della loro patria, e' molto grave. Ma la stessa coscienza

della sua gravita' puo' segnare l'inizio di una riscossa e di un rinnovamento.

Gia' fin d'ora e' dato osservare che la riesumazione del vecchio dipotismo

poliziesco, rammodernato e peggiorato dal concorso al dispotismo demagogico

della piazza, suscita per contraccolpo un vivace risveglio del sentimento

liberale, che prima languiva.[...]

 
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