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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 25 giugno 1997
Roma, 25 giugno 1997

IL SEGUENTE INTERVENTO DI MARCO PANNELLA VERRA' PUBBLICATO DOMANI SUL QUOTIDIANO "L'OPINIONE" (PREGHIERA DI CITARE LA FONTE. GRAZIE.)

IL TEMA DI ITALIANO ASSEGNATO AGLI ESAMI DI MATURITA' NON E' CHE OSCENO SEGNO DI MENZOGNA E DI CONFORMISMO DI REGIME

"Il tema oscenamente di regime, oscenamente "ineccepibile", tipico di un atmosfera in cui la "cultura" ufficiale (e la "politica" ufficiale) vive se stessa come civiltà, come verità indiscutibile e unica, al di fuori del cui perimetro non può esservi che incultura, e non verità.

Il processo di canonizzazione di Bobbio come "maestro" e pensatore "civile" trova in tal modo una ulteriore conferma, dopo il laticlavio a vita che, giustamente, il regime gli ha conferito, assieme a Gianni Agnelli, tanto per suffragare specularmente l'assunto del "dissenso" fra intellettuali e politici. Questo processo è frutto e autore di menzogna.

Lo spartiacque non è affatto fra intellettuali e politici, e le loro corporazioni. Questa visione è sostanzialmente e profondamente antiliberale, antidemocratica, corporativista, sociologista; e, specie per l'Italia dell'attuale Secolo, menzognera e pericolosa.

Lo spartiacque vero, per oggi, è stato ed è fra quella cultura che è consapevolmente anche politica, quella politica che è consapevolmente anche cultura, da una parte e, dall'altra, il mondo del potere, politico e culturale, del regime oligarchico, burocratico, partitocratico, corporativista e dei suoi fondamenti antiliberali e conformisti.

I Salvemini, gli Ernesto Rossi, gli Altiero Spinelli, i Rosselli, i Silone, i Capitini, i Calogero furono pienamente "intellettuali" e "politici", così come i militanti della Lega per il Divorzio, e dei movimenti per i diritti civili e umani, referendari, in Italia.

Rispetto al potere, il pensiero di Bobbio è sempre stato rispettoso, e l'uso del suo potere "intellettuale" è sempre stato pienamente rispettoso dei due regimi partitocratici che da settanta anni dominano in Italia, dei loro interessi. E' sempre più, oggi, appare il "pensiero" di un "maitre à penser" del potere. Proporlo ai giovani come punto di riferimento morale e civile, politico e culturale, è una operazione indegna e violenta, negatrice - appunto - della cultura e della politica della libertà e del diritto."

 
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