Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 08 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Grippo Antonio - 1 luglio 1997
Ricevo questo messaggio da Ascanio Salvidio, con la richiesta di riportarlo in
Conferenza.

Il fenomeno "privatizzazioni" nasce nel 1977 e ha inizio in California. Il

Governatore, che poco tempo dopo diventera' Presidente degli Stati Uniti vende

ai privati tutto il vendibile per ridurre il deficit dello stato e poter

contenere le tasse locali. Di li' a te anni, sull'intero territorio federale

verranno istituite le Government Sales: gigantesche aste nelle quali tutta la

proprieta' pubblica federale viene venduta ai privati: imprese, immobili,

automezzi, attrezzature, persino indumenti e suppellettili. Le Government Sales

sono aperte a tutti, imprese, cittadini, adulti, ragazzi. Conta il prezzo che si

paga, e nient'altro. I cataloghi, tutti a colori, si ricevono a domicilio entro

24 ore dopo averli ordinati telefonando ad un numero verde. E' una

privatizzazione gigantesca e silenziosa, della quale nessuno o quasi nessuno si

accorge, in Europa. Nel paese della liberta', settant'anni quasi ininterrotti di

sforzo bellico e di aumento vertiginoso della spesa sociale avevano consentito

che lo stato accumulasse un patrimonio enorme, e tuttavia tenuto in ombra dalla

vivacita' dell'economia privata. Le privatizzazioni in USA sono la conseguenza

della fine di un emergenza militare e sociale, non una innovazione ideologica. E

quindi non ricevono particolare attenzione dai media. Passando in Europa, la

fiaccola delle privatizzazioni splende di luce diversa. Da strumento di

normalizzazione diviene simbolo di una politica innovatrice, contrapposta alla

rincorsa al socialismo reale che dal 46 e' in atto in tutti i maggiori paesi

europei. Ma, mentre in USA la privatizzazione e' soprattutto liquidazione della

proprieta' pubblica accumulata in una fase di emergenza, ed ha per effetto ed

obiettivo la creazione di milioni di singoli "padroni indipendenti", in Europa

la privatizzazione si rivolge al cittadino per accollargli quote di

partecipazione in grandi imprese. In altri termini, il cittadino, anziche'

diventare "padrone" diviene semplicemente socio finanziatore di grandi aziende,

rilevandole dallo stato. E conta, individualmente, ben poco. Le privatizzazioni

europee effettuate in Inghilterra, Francia ed Italia, e gran parte di quelle

tedesche, hanno tutte questa comune caratteristica: non creano padroni, bensi'

spostano il bastone del comando nelle imprese dai gabinetti ministeriali alle

assemblee dei soci. E chiunque, conosca la grande impresa, sa che le assemblee

europee sono in balia dei Consigli di Amministrazione, per via delle leggi del

nostro continente che limitano moltissimo il potere di "scalata" e di

"aggressione" dei singoli soci. Accade, cosi', un fatto paradossale ed

imprevedibile: le privatizzazioni europee, sbandierate (al contrario di quelle

americane) quale risposta al socialismo, producono, in realta' ben poco

"privato" e molto "neofeudalesimo". Un "neofeudalesimo" che si alimenta

dell'idealismo che permea negativamente la legge commerciale e societaria

europea: public company, tutela delle minoranze azionarie, golden share, diritto

di co-gestione sindacale, ecc. Tutti strumenti che, concepiti a "fin di bene"

finiscono per garantire che il management di una grande impresa sia praticamente

inattaccabile e inamovibile, a meno che l'impresa non fallisca. Insomma,

l'Europa privatizza a parole e con gran strepito ideologico, ma poiche' non

comprende che la vera privatizzazione si puo' avere soltanto se si ristabilisce

il primato della proprieta' individuale (inviolabilita', disponibilita',

vendibilita'), l'operazione risulta incompleta e solo parzialmente efficace.

Venti anni dopo l'inizio del fenomeno "privatizzazione" si puo' dire che in

Europa esso abbia prodotto risultati modesti. Non ha favorito alcuna

trasformazione sociale, non ha rivitalizzato l'economia liberando nuove energie.

Gli effetti tangibili si limitano alla riduzione dei biglietti aerei ed alla

smisurata diffusione dei telefoni cellulari. Quelli occulti consistono nella

creazione di una ristretta elite di manager, che per difendere le proprie

prerogative fa lega con l'alta burocrazia della Commissione Europea ed e' ancor

piu' connivente con la politica di quanto non ne fosse dipendente all'epoca in

cui le imprese erano dello stato. L'Europa delle privatizzazioni si e' risolta

in una beffa colossale. Non poteva che essere cosi', visto che si e' scelto di

vendere ma senza trasformare in senso liberale la legge che regola la proprieta'

dei beni.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail