non so, ma a scuola mi hanno insegnato che la guerra si fa con le armi e non con le parole. Va be' che era una scuola di merda (e piu' volte l'ho documentato anche in questi ambienti), ma dopo ho anche sollazzato la mia erudizione con il mitico von Clausevitz .... e mi e' servito molto (ogni tanto mi rileggo anche qualche passo, specie quando sto "ponsando" qualche radicalata estrema e classica).Le armi, le armi, le armi, e le armi ancora.
Come in tutte le guerre che si rispettino, il nemico, non riuscendo ad ucciderci a viso aperto (un errore simile lo fecero con le crociate ... e gli ando' proprio male), sta attaccando i nostri depositi: il dispaccio del colonnello Napolitano, attraverso gli avamposti fortificati che sono stati sapientemente conservati in ogni provincia, e' l'ordine d'attacco nell'incipiata estate.
Potremmo rinchiuderci nei nostri depositi, chiamando a raccolta il contado che e' quasi pronto alla rivolta contro la tassa sul macinato e sul pane, trasformando i depositi in cittadelle per la guerra, grazie anche a qualche complicita' e simpatia tra le guardie del re, ma temo che pochi depositi resisterebbero all'attacco in corso, e troppo deboli e male addestrate sono le nostre "bande", incapaci, anche, di far funzionare le bombe che sono nei cassetti dei segretari dei depositi.
Pensa ci sono alcuni degli appartenenti alle nostre "bande" che, invece di oliare ed usare le armi, cianciano anche di solidarieta'. Roba da non credere.
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... e sono molto serio!