Roma, 25 luglio 1997
Dichiarazione di Carmelo Palma, del Comitato Promotore del Referendum:
"Di Pietro, da magistrato, ha potuto verificare e dimostrare che il finanziamento pubblico dei partiti non è un argine, ma, semmai, un incentivo di processi di corruzione politica.
Ora, da candidato ad una nomina parlamentare, deve verificare che la vera unità politica nazionale da Rifondazione alla Fiamma Tricolore si realizza a partire dalla rivendicazione e dalla difesa di forme di finanziamento statale e fiscale delle strutture di partito, e che, su questo punto, il Parlamento continua a dare straordinarie dimostrazioni di solerzia e di efficienza.
Non è dunque del tutto irrilevante che di Pietro il quale, come è giusto, in questo periodo non si sta certo risparmiando interventi politici a 360 gradi dica qualche parola su questo tema e sulla "proroga" che i partiti si sono concessi, dopo avere scoperto che oltre 95 italiani su 100 avevano rifiutato di destinare il proprio 4 per mille ai partiti politici.
Un suo intervento sarebbe oltremodo interessante anche per un'altra ragione. Se passasse la "proroga", il suo collegio, per tutta l'estate, e anche nel periodo di campagna elettorale fra una festa dell'Unità e l'altra ospiterebbe un formidabile schieramento di forze "di regime". I partiti, e innanzitutto il partito che "garantirà" la sua candidatura, trasformeranno ogni comizio ed ogni riunione pubblica in una occasione per raccogliere le schede sul 4 per mille. Di Pietro diventerebbe , anche suo malgrado, uno straordinario testimonial pubblicitario. Per questo è bene che ne sia subito consapevole, e, al limite, che se ne dichiari disponibile.
Ma, a quel punto, potrebbe un personaggio pubblico, e, ora, un leader politico che si è sempre fatto vanto di interpretare il "sentimento popolare", accettare per ragioni di partito ciò che il 95 per cento degli italiani ha sino ad oggi (con i referendum e con le dichiarazioni dei redditi) dimostrato di rifiutare?"