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Conferenza Movimento club Pannella
Rogai Roberto - 26 luglio 1997
liberali e radicali

ovvero: liberali di tutto il mondo, unitevi!!!

Alcune persone si definiscono liberali, o socialiste, o comuniste, o...

Ciascuno rivendica a se stesso la corretta interpretazione e prassi della corrente di pensiero di cui dice di far parte.

E quindi ognuno accusa i "concorrenti", cioe' coloro che si definiscono nello stesso modo, di non essere "veri", "genuini", "autentici", mentre la verita', la genuinita', l'autenticita' appartengono solamente a lui.

Mutatis mutandi, sembra un po' la pubblicita' dei detersivi, ognuno dei quali pretende di aver inventato il vero bianco, mentre i concorrenti sarebbero delle volgari imitazioni, riconducibili tutte al bianco sporco.

C'e' inoltre la difficolta' di separare la responsabilita' delle idee dalla responsabilita' delle persone che quelle idee propugnano.

Difficolta' tanto grande che qualcuno riesce ancora a sostenere la bonta' delle idee comuniste, come se il fallimento planetario del comunismo fosse ascrivibile solamente a difetti dei leaders comunisti e non anche (e soprattutto) a difetti delle idee stesse.

La bonta' delle idee liberali e' certificata quasi unanimemente dalla corsa che quasi tutti fanno a definirsi liberale.

Evidentemente costoro ritengono che tali idee rimangano valide a prescindere dalla adeguatezza (o meno) dei comportamenti dei sedicenti liberali.

Secondo Donvito, lo stesso termine liberale perde gran parte del suo appeal per colpa dei comportamenti concreti di Zanone o Martino (da lui citati), e magari aggiungo io - per colpa di Malagodi e Altissimo. Quindi, sempre secondo il Donvi, molto meglio essere radicali.

Ammesso e non concesso che Zanone e Martino abbiano macchiato il termine "liberale", con lo stesso metro si potrebbe giudicare il termine "radicale": oltre a Pannella, ci sono anche altri radicali o sedicenti tali: Rutelli, Boato, Calderisi, Taradash, tutte persone che, pur non avendo rinnegato le idee e le appartenenze del passato, si trovano altrove (chi piu', chi meno) rispetto a Pannella.

O forse, nel linguaggio donvitiano, per "radicale" si intende colui con cui si e' d'accordo per le idee ed i metodi, mentre per "liberale" si intende colui con il quale si condividono le idee ma di cui si contestano i metodi, considerati "pantofolai" e da "arrivato ad un piccolo spazio di potere e che quindi si e' seduto per non perderlo"???

Mi ricorda un po' la storia dei "veri compagni", che all'improvviso diventano "sporchi revisionisti obiettivamente alleati del nemico capitalista".

 
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