Roma, 28 luglio 1997
Rita Bernardini, Lucio Bertè, David Carretta, Mariano Giustino, Rino Spampanato, Piero Vernaglione, i militanti referendari in sciopero della fame, da otto giorni, hanno scritto una lettera a tutti i deputati in vista del voto che domani la Camera dovrà esprimere in merito alla proroga dei termini per la possibile destinazione del 4 per mille.
Nella missiva si legge:
"La proroga sulla quale oggi la Camera è chiamata ad esprimersi se approvata costituirà un atto autoritario, di una cecità burocratica pericolosa per le istituzioni stesse.
E' chiaro, infatti, che il mancato versamento non deriva da problemi tecnicoorganizzativi, ai quali ufficialmente v'appellate. Tali eventuali problemi, del resto, potevano esser ampiamente sollevati e risolti nel primo semestre dell'anno e comunque, entro la scadenza dei termini previsti dalla legge.
In realtà, i cittadini, coscientemente e consapevolmente hanno rifiutato di 'pagare' questa 'politica' e questi partiti, che continuamente calpestano le manifestazioni della volontà popolare, capovolgendole, rinnegandole arbitrariamente.
Istituzioni e 'politica' che continuino ad esser costantemente avverse ed aliene all'Opinione Pubblica, rischiano, prima o poi, di esser travolte con la violenza demagogica e plebea che i popoli, ridotti a servitù della gleba, rivolgeranno loro contro.
Per questo, al culmine della nostra iniziativa nonviolenta di dialogo e di fiducia nei vostri confronti, le chiediamo di impedire, nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare, con tutti gli strumenti di cui dispone, questa ennesima gravissima ferita al diritto e alla democrazia."