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Partito Radicale Rinascimento - 28 luglio 1997
LETTERA DEI MILITANTI REFERENDARI IN SCIOPERO DELLA FAME A TUTTI I DEPUTATI IN VISTA DEL VOTO DI DOMANI ALLA CAMERA SULLA PROROGA DEI TERMINI PER IL VERSAMENTO DEL 4 PER MILLE DELL'IRPEF PER IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI.

Roma, 29 luglio 1997

Onorevole deputato,

quando questo messaggio sarà pervenuto nelle sue mani, saremo al nono giorno di sciopero della fame in difesa della sovranità popolare, della certezza del diritto, della democrazia, contro quest'ennesimo affronto ai cittadini italiani che si sta per realizzare attraverso la proroga dei termini per la possibile destinazione del 4 per mille per il finanziamento ai partiti.

Uno sciopero della fame, anche per chi ne ha tanti alle spalle, non è mai un'abitudine, non viene mai intrapreso con 'piacere' o con sufficienza, ma è sempre un'arma estrema cui cittadini democratici e nonviolenti, sono costretti dalla constatazione che i comportamenti delle persone che incarnano il Potere in un determinato momento della storia, minacciano seriamente la vita del diritto, le basi fondamentali della convivenza civile. E' sempre una scelta che implica una forte speranza, una profonda fiducia e volontà di dialogo nei confronti della coscienza dell'interlocutore cui ci si rivolge.

In questo caso noi vediamo, nella maniera più evidente e concreta e per questo, anche simbolica che le istituzioni e la 'politica' rinnegano la volontà popolare ripetutamente espressasi contro il finanziamento statale e pubblico ai partiti, al 90% con il referendum del '93 ed ancora una volta, sfruttando le "maglie" della legge varata lo scorso gennaio, rifiutandosi più o meno con la stessa schiacciante maggioranza, di destinare la quota del 4 per mille dell'Irpef entro il termine di legge del 30 giugno.

La proroga sulla quale oggi la Camera è chiamata ad esprimersi se approvata costituirà un atto autoritario, di una cecità burocratica pericolosa per le istituzioni stesse.

E' chiaro, infatti, che il mancato versamento non deriva da problemi tecnicoorganizzativi, ai quali ufficialmente v'appellate. Tali eventuali problemi, del resto, potevano esser ampiamente sollevati e risolti nel primo semestre dell'anno e comunque, entro la scadenza dei termini previsti dalla legge.

In realtà, i cittadini, coscientemente e consapevolmente hanno rifiutato di 'pagare' questa 'politica' e questi partiti, che continuamente calpestano le manifestazioni della volontà popolare, capovolgendole, rinnegandole arbitrariamente.

La Camera dei Deputati è chiamata oggi a scegliere se le Istituzioni della Repubblica, la 'politica' debbano o meno tener conto della volontà popolare, della certezza del diritto; se debbano proteggerla e rispettarla, come si conviene nei confronti di colui che è Sovrano in democrazia (Il Popolo e la Legge, appunto) oppure debbano calpestarla, vituperarla, saccheggiarla, come ladri ed usurpatori.

Istituzioni e 'politica' che continuino ad esser costantemente avverse ed aliene all'Opinione Pubblica, rischiano, prima o poi, di esser travolte con la violenza demagogica e plebea che i popoli, ridotti a servitù della gleba, rivolgeranno loro contro.

Per questo, al culmine della nostra iniziativa nonviolenta di dialogo e di fiducia nei vostri confronti, le chiediamo di impedire, nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare, con tutti gli strumenti di cui dispone, questa ennesima gravissima ferita al diritto e alla democrazia.

Con fiducia

Rita Bernardini Lucio Bertè David Carretta Mariano Giustino Rino Spampanato Piero Vernaglione

 
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