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Conferenza Rivoluzione liberale
Vernaglione Piero - 8 agosto 1997
A questo punto del dibattito sul mercato del lavoro, credo che sia arrivato il momento di porre, come lista Pannella (semplifico indicando così l'ex MCPR, tanto mi capite), il tema "duro" dell'abolizione della pluralità dei livelli di contrattazione. Essi dovrebbero essere ridotti a uno solo, quello aziendale, con l'eliminazione soprattutto di quello nazionale. E' uno dei tanti tabù italiani, che la Confindustria, per ammissione recente dello stesso Cipolletta, non ha il coraggio di inserire nell'agenda economica di questi mesi, nonostante la ferma convinzione che si determinerebbero vantaggi sia in termini di occupazione sia in termini di maggiori retribuzioni per i lavoratori (sì, è proprio così). In sintesi (non mi sembra il caso di analizzare qui in dettaglio la questione), alcuni degli oggetti della contrattazione nazionale dovrebbero essere determinati con normazione primaria (es.: retribuzione minima), mentre tutti gli altri aspetti del rapporto di lavoro (orari, qualifiche, forme di svolgimento della
prestazione ecc.) dovrebbero essere regolati a livello aziendale.

 
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