C'ero anch'io con altri quattro compagni/amici con cui collaboriamo quotidianamente in politica.
E' stato molto faticoso, ma compensato dal molto interessante.
Sono andato a dare una mano al compagno Pannella su una cosa su cui sono d'accordo anch'io. Mi sono arricchito di ancor piu' esperienza e conoscenza. Punto e basta.
Avevo gia' scambiato alcune opinioni con altri compagni, invitandoli a pensare ne' ad una rimpatriata, ne' al richiamo della foresta. Semplicemente dare una mano ad un compagno di tante battaglie, a cui di recente abbiamo delegato di continuarle a nome di cio' che siamo stati insieme a lui, e anche perche' ce lo aveva fatto chiedere dai suoi collaboratori.
Mi sono chiesto se io, come persona animale politico, oltre questo ne potrei trarre linfa per dare un contributo alla causa specifica, al di la' di quando l'amico chiede aiuto. E mi sono risposto di no, se non correndo il rischio di fare qualcosa targandolo come ex-pannelliano, con un risalto talmente inadeguato rispetto a quello di Pannella che, probabilmente, farei piu' danni che bene.
Nessuno me lo vieta, come nessuno me lo impone. Non era cosi' quando partecipavo in un movimento ad hoc, figuriamoci se lo e' oggi.
Solo che percepisco che sia cosi'. Altro non posso, in materia.
Non solo, ma se lo facessi, andrei contro cio' per cui ho deciso di sciogliere a luglio il movimento politico di cui facevo parte.
I 3 mila e rotti partiti, al di la' dello slogan, non credo debbano essere 3 mila e rotti ex-club Pannella-Riformatori. Gia' fatto. Gia' dato. Risultati: zero, anzi sottozero ... anche al di la' delle decantazioni elogiative dolciastre che ogni tanto si sentono fare o si leggono (attenzione, non parlo di negativita', ma di risultati sottozero: situazione politica peggiore, spazi di lotta minori, militanti in meno, ....). La lotta deve essere altrove, proprio altrove. Magari convergendo gli uni sugli altri nei momenti in cui si ritiene opportuno o si chiede la collaborazione, ma non vivendo la nostra vita nell'attesa che Pannella ci chiami. Altrimenti siamo punto e daccapo. Qualcuno (e anche qualcuno in piu') fara' cosi', ma credo che sbagli, perche' si limitera' ad aiutare Marco Pannella a parlare al suo 5%, di cui 3% lo odia, ma non portera' mai lo stimolo per la coscienza rivoluzionaria alla portata dell'altro 95%, su cui, invece, sciogliendo il Movimento dei club Pannella, mi sono impegnato a lavorare.
Perche' dico queste cose?
Primaditutto perche' mi interessa conoscere altre opinioni che forse stimolero', e poi perche' intendo contribuire alla speculazione interiore che credo ogni frequentatore medio di questo ambito telematico abbia: cioe' il "che, come e quando fare".
Questo tipo di confronto, in genere, lo faccio nella conferenza telematica privata Arpa, perche' e' un luogo in cui, compagni a stretto contatto quotidiano di lotta e di elaborazione, cercano di elaborare con la comunicazione le forme del proprio impegno rivoluzionario. Ma dopo il viaggietto di ieri a piazza del Campidoglio, credo che cio' che mi ha stimolato possa servire anche qui, luogo di rivoluzionari liberali anche non conosciuti e non di ex-clubbisti pannelliani.